Roger Waters torna con due canzoni politiche, e dimostra che la sua vena lirica non si è ancora spenta, al contrario di quella musicale. Da sempre millantatore delle sue dubbie qualità di musicista, ancora una volta si dimostra su questo versante ripetitivo e noioso. Ripetendo il clichè della canzone lunga, mezza parlata, rinvigorita dalle sue urla e dalle coriste, Roger Waters dimostra inequivocabilmente la sua totale inadeguatezza come musicista ed arrangiatore. Vien voglia di dar ragione al milionario Gilmour, che da anni rivendica crediti per sé e per gli altri riguardo canzoni firmate dal solo Waters. Dopo sei anni sembra che il nostro caro Ruggiero abbia terminato anche la sua opera lirica CA IRA, e l'anno prossimo vedrà alla luce il suo nuovo album.

Urlando in coro "ben svegliato" (l'ultimo lavoro in studio di Waters risale al 1992!) tremiamo di fronte a queste premesse. Ma i fans più accaniti conservino una speranza, ovvero che una scintilla di creatività (e magari proficue collaborazioni con musicisti migliori) pervada le registrazioni del nuovo lavoro, e non si debba essere costretti a tradurre i chilometrici testi per avere qualcosa d'interessante sotto mano. Il nostro caro "socialista da poltrona" (come lo definì tempo fa Richard Wright) sembra avere ancora qualcosa da dire in questo nuovo millennio... ma siamo sicuri che ci saranno orecchie ad ascoltare? Solo il tempo ce lo dirà. A volte ritornano.

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