Rokia Traoré è una cantantautrice del Mali, paese meta di pellegrinaggio da parte di molti artisti europei in cerca d'ispirazione, Damon Albarn in primis e patria per altro anche del più celebre Ali Farka Touré già al fianco di Ry Cooder nonché ribatezzato il "John Lee Hocker" del Mali.
Ma torniamo alla nostra eroina dalla voce gentile e suadente, calma, ma capace anche di sontuose e incessanti galoppate. Non che sia un fanatico di musica afro o etnica più in generale,anche se devo ammetterlo a volte mi piace ascoltarla per sapere dove va la musica di altri paesi.

La musica di Rokia è musica di storie semplici, di consapevolezza, di riscoperta delle proprie origini, una sorta di "folk-roots" dove tuttavia si sentono forti gli echi della musica classica, jazz e pop. Il disco è per lo più un disco riflessivo, intenso, introspettivo, a tratti malinconico, ma non rinuncia a canzoni con veri e propri "crescendo" supportati da magistrali percussioni, strumenti classici (chitarra e basso) affiancati agli strumenti tradizionali (come il balafon o il n'goni). Le canzoni che in questo senso colpiscono di più sono certamente la bellissima "Sara", l'orchestrale "Manian" e la deliziosa "Niènafing".

A tratti la voce di Rokia Traoré ricorda quella di Ani Di Franco per intensità, passionalità e possibilità; tuttavia non so se nei suoi testi abbia la stessa carica e rabbia della cantantessa di Buffalo (qualcuno di voi parla il "malese" o come si dice!?).
Tuttavia disco sicuramente da prendere in considerazione ovviamente per gli amanti del genere... o se proprio non amanti almeno con una parvenza di apertura a musiche un po' "diverse".

Carico i commenti...  con calma