Questa non è una recensione colta. "Nice" è il primo album della Rollins Band che ascolto, quindi non possiedo le basi per fare paragoni con i lavori precedenti: questo cd è entrato nel mio lettore senza il peso di gravose aspettative sulle spalle ed ha dato il meglio di sè, trovando orecchie ben disposte ad ascoltarlo.
Se ancora avete davanti agli occhi la figura dell'Henry Rollins ai tempi in cui militava nei Black Flag, l'Henry Rollins straziato che, i muscoli del viso contratti per lo sforzo, ruggeva le proprie poesie disperate in locali simili a garage, ebbene, state sbagliando di grosso. Se nelle vostre orecchie ancora eccheggiano le urla strazianti di "My War" ed i pesanti riff di "Loose Nut" vi percuotono costantemente la testa, preparatevi ad un cambio di sound rivoluzionario: tutto è cambiato.
L'Hardcore è ormai un vago ricordo ed il Doom è stato relegato in una posizione terziaria: questo è, più di ogni altra cosa, un disco Hard Rock con vaghe influenze Jazz. I riff sono massicci, gli assoli numerosi e la produzione ben curata. la voce del cantante è, tranquilli, poderosa come al solito. Il Sound si mantiene, tuttavia, sempre su livelli mediamente orecchiabili, segno che la tanto odiata "commercializzazione" ha fatto breccia anche nel cuore duro e puro di Henry Rollins. Un pilastro della musica Alternative statunitense ha ceduto al nemico e la sua vena compositiva sembra essersi prosciugata.
Che fare? Ci sono due possibilità:
1) Si butta il suddetto cd nel cestino, rimpiangendo "Il Rollins Che Fu" con il cuore pieno di amarezza;
2) Si fa come me, ovvero si estranea tutto ciò prodotto dal buon Henry in precedenza e si considera questo album come un lavoro a parte, lontano da ogni ragionevole, colto ed altisonante paragone.
Questo è il classico cd da ascoltare con la mente vuota, rilassandosi dopo una lunga giornata di lavoro. "Nice" è un buon disco da mettere alle feste, poichè fa sempre piacere scuotere il capo e fare confusione a più non posso sotto canzoni come "Your Number Is One" e "One Shot". Il punto più alto dell'opera è, a parer mio, "Hello": l'energia che infonde questa canzone è notevole (domanda: il suo assolo non è straordinariamente simile a quello di "Psycho" dei SOAD, brano di un anno successivo?).
Ogni bella favola ha un termine, e se quella di Henry Rollins non si è conclusa con un disco memorabile, almeno si è conclusa con un disco piacevole.
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