Non so se e quanto sia oggi attivo come scrittore (è nato nel 1933), ma nel corso degli anni Ron Goulart è stato quello che potremmo definire un autore infaticabile oltre che particolarmente 'duttile' e con questo si intende ovviamente il fatto che sin dal principio si sia disimpegnato con opere e generi letterari diversi. Ha scritto gialli e romanzi di fantascienza e altri tratti da opere fumettistiche celebri come Flash Gordon, Phantom, Vampirella. Ha anche scritto e collaborato direttamente con la Marvel Comics. E data la vastità e la eterogeneità delle sue opere, oltre il fatto che molte di queste siano state pubblicate negli anni con degli pseudonimi, ne consegue che fare una ricostruzione completa del suo lavoro sia particolarmente complesso. Se non impossibile. Se possiamo tuttavia volere riconoscere un tratto costante e riconoscibile del suo stile in tutte queste, questo sta sicuramente nel costante utilizzo di un certo humour, una ironia che talvolta diviene una vera e propria particolare forma di ottimismo. Sicuramente una maniera per trattare anche situazioni apparentemente catastrofiche in una maniera leggera e affatto convenzionale. In buona sostanza direi che se oggi si parla in alcuni casi di sci-fi umoristica lo si debba in gran parte proprio al suo contributo al genere.

Urania cominciò a interessarsi a questo autore e pubblicare praticamente in serie i suoi romanzi di genere a partire dalla fine degli anni settanta che forse furono gli anni più produttivi dell'autore nel genere. Qualcosa che non è casuale considerando le ambientazioni dei suoi romanzi. Storie che si potrebbero considerare opere sci-fi futurologiche e ambientate per lo più in situazioni che potrebbero rimandare a quelle che potevano ipoteticamente essere le peggiori crisi nel corso di quegli anni che furono i sessanta e a catena i settanta. Gli anni della guerra fredda praticamente e che sono generalmente considerati nella società occidentale come anni di grande cambiamento anche nel modo di intendere la politica e di sviscerarne a fondo i contenuti e i meccanismi.

Poiché questo romanzo qui, 'Hawkshaw', è stato scritto nel 1972 ed è ambientato in degli United States che sono completamente stravolti a causa di una crisi interna, più specificatamente in quelle che sarebbero le riformate vecchie 'tredici colonie', e date le recenti elezioni negli USA e che hanno portato alla vittoria un personaggio discutibile come Donald Trump, qualcuno potrebbe chiaramente considerare che i temi trattati potrebbero costituire ancora oggi una materia letteraria attuale. Sebbene Donald Trump (come presidente degli USA e non solo) sia una tipologia di personaggio 'particolare', egli fa comunque parte del sistema americano, ne è comunque uno dei rappresentanti e la sua elezione non prescinde da quelle che sono le strutture e il funzionamento della società Made in USA, non c'è una figura che gli è direttamente corrispondente in questa opera. Ma questa direi che potrebbe essere benissimo solo una casualità nell'immaginario dell'autore, perché Goulart, sempre adoperando la sua solita ironia, una timidamente mascherata intelligenza, nelle sue opere generalmente prende sempre di mira i 'potenti'. Invero, forse lo fa anche in questo caso, rivolgendo però apparentemente le proprie attenzioni altrove e andando però molto a fondo in tematiche complesse come il corporativismo e l'associazionismo e come questa ultima 'pratica' negli USA da fondamento della democrazia sia invece diventata una specie di fantoccio e dietro il quale si nascondono sempre interessi terzi di gruppi di potere più o meno leciti. A parte tutto questo, tuttavia, prima di procedere, è bene sottolineare che 'Hawkshaw' è per lo più un'opera parodistica, richiedervi troppo sarebbe disonesto, primariamente suggerisco allora la lettura di questo libro al solo scopo di intrattenimento e senza avere troppe pretese altre. Che forse poi, chi lo sa, è il modo migliore di approcciare a tutte le cose.

Il protagonista di 'Hawkshaw' è un giornalista di nome Noè Kraft (volutamente ricorrente l'utilizzo in questa opera di nomi con riferimenti biblici oppure in ogni caso alla religione cattolica) che nel suo giornale lavora nella redazione 'Scavate A Fondo' e cui viene chiesto di indagare sulla comparsa di un licantropo nella colonia del Connecticut. Una notizia che generalmente si riterrebbe adatta alla redazione 'Notizie Superficiali' ma che il suo capo, Hal San Francesco, noto per avere un particolare fiuto per la notizia anche dove apparentemente questa non c'è, ha voluto affidare a lui ritenendo che la vicenda nasconda risvolti particolari e inattesi.

La figura di Noè non è particolarmente tratteggiata e descritta, come tutte le cose in questo romanzo che consiste praticamente più in dialoghi di tipo assurdo (si potrebbe pensare a alcune delle opere di Douglas Adams per rendere l'idee) e descrizione di situazioni in bilico tra lo spaventoso e il thrilling e dall'altra parte il ridicolo; che invece in introspezione dei personaggi e delle loro 'ragioni' e/oppure in sequenze di azioni mozzafiato. Che comunque non mancano.

Come ipotizzato da San Francesco, infatti, quella che Noè riteneva potesse essere una semplice notizia di costume e senza alcun interesse nascosto o su cui secondo una certa tradizione giornalistica, indagare, 'scavare - appunto - a fondo', si rivelerà invece essere l'inizio di una spy-story avvincente e allo stesso tempo complessa (forse troppo...), che lo porterà a viaggiare attraverso le tredici colonie e scontrarsi con tutte le assurde realtà che sono seguite al disfacimento del sistema americano e in cui adesso si confrontano sostanzialmente tra loro due uniche fazioni che abbiano un qualche interesse veramente politico, quella dominante, la FRH (la Fondazione Robin Hood), guidata dalla oscura personalità di George Washington II, in pratica orientata a emergere e prendere il controllo di questa situazione, comandando senza ripristinare lo status quo democratico. E quella che è una fazione di orientamento democratico, che agisce per lo più in maniera occulta e puntando forte su sistemi di propaganda a sfondo satirico e dietro la quale si ritiene operi un misterioso personaggio di nome Hawkshaw e di cui tuttavia praticamente tutti sanno ben poco.

Non è sicuramente l'opera più riuscita e quella più popolare di questo autore, che costruisce una trama che per la numerosità delle situazioni e casistiche rappresentate, diviene per forza di cose confusionaria. Di volta in volta, Noè Kraft avrà a che fare con situazioni sempre più strane e rompicapo di cui riuscirà a sciogliere i nodi in una maniera quasi passiva, trascinato come sarà dalla irruenza e rapidità degli eventi. Non mancheranno un sacco di elementi tipici della fantascienza e non solo di quella di genere umoristico. Di cui tuttavia egli, come già detto, si può considerare uno dei padri fondatori. Ci sono robot che cambiano continuamente look ricercando il consenso dei propri interlocutori e che raccontano della loro vita familiare tormentata; cannibali, devoti di quello che si potrebbe definire un programma televisivo dedicato e archetipo di quelli che sono i moderni programmi di cucina in tv (la cosa per la verità mi ha fatto ricordare due episodi cinematografici radicalmente differenti, ma entrambi con dei contorni ironici e allo stesso tempo grotteschi, cioè la famosa scena del film 'Nirvana' di Gabriele Salvatores in cui il povero Solo cerca disperatamente di convincere i mercanti d'organi a lasciarli andare con quello stile tipico di Diego Abatantuono; la indimenticabile scena del chirurgo di Beverly Hills in 'Escape From Los Angeles'; i soliti mafiosi italiani del New Jersey, divisi tra di loro in associazioni a seconda della provenienza italica e al solito una fonte preziosa di informazioni per ogni giornalista d'inchiesta che si rispetti e che sappia quali fonti consultare.

In definitiva, 'Hawkshaw' non si può sicuramente considerare un'opera del genere di fantascienza apocalittica o post-apocalittica. Sebbene le ambientazioni, di base, siano quelle di un'America stravolta da accadimenti non meglio precisati, tutto in questa opera ha contenuti che in realtà sono a sfondo satirico e parodistico e in particolare di quel fenomeno che è poi oggi diventato quasi di un argomento di costume e di dominio pubblico evidente rispetto agli anni sessanta-settanta è relativo il mondo delle 'lobby', praticamente quelle associazioni e organizzazioni di persone che influenzano in maniera pressante le istituzioni a seconda dei loro particolari e personali interessi e la cui chiaramente ratio sta per lo più nella salvaguardia e interesse di gruppi di potere e interessi finanziari. Da questo punto di vista, sebbene io abbia prima accennato a Donald Trump come una figura 'particolare' in questo contesto specifico, questo non significa che egli sia un uomo fuori dal sistema. Al contrario. Forse è uno che ci sta dentro fin troppo e praticamente da sempre (del resto, di volta in volta, è stato storicamente un sostenitore sia del partito repubblicano che di quello democratico): in un certo senso Donald Trump è egli stesso la rappresentazione di tutte le falle del sistema americano. Falle che egli stesso riconosce e ammette candidamente di adoperare a proprio uso e consumo nei limiti delle norme concesse dall'ordinamento giuridico. Secondo molti commentatori (anche italiani) all'indomani della sua vittoria alle elezioni, questa sarebbe avvenuta perché presso l'elettorato americano egli avrebbe rappresentato una specie di 'homo novus' (ma le sue nomine successive alla vittoria elettorale sono chiaramente in linea a quelli che sono le volontà dei gruppi di potere e sostenitori e finanziatori storici del partito repubblicano) e in rottura con una figura istituzionale come quella di Hillary Clinton addentro agli schemi della politica USA sin dai tempi del 'watergate' e quindi per forza legata e vincolata ai rapporti di forza delle lobby e peraltro già due volte first-lady, sebbene tradita e poi riconciliatasi con Bill 'The Great Communicator' Clinton. Che a sua volta sarebbe il modello politico di Donald Trump! Che casino. Sembrerebbe quasi una trama adatta a una delle storie di Ron Goulart.

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