Sarò sincero: sono andato al cinema con forti speranze e aspettative, ma non privo di un certo pregiudizio, considerata la precedente trasposizione del precedente romanzo di Dan Brown. "Angeli e Demoni", nella bibliografia di Brown, era sicuramente il più adatto a ricevere una trasposizione cinematografica: peccato che sia stato, per Ron Howard, l'ennesimo buco nell'acqua.

Roma, data imprecisata: il pontefice muore e viene indetto il consueto conclave, nella speranza che la sede resti vacante il meno possibile. A poche ore dalla chiusura delle porte della Cappella Sistina, tuttavia, i quattro cardinali favoriti all'elezione vengono rapiti. Il rapimento viene rivenicato dagli Illuminati, setta segreta di scienziati e sostenitori della fede scientifica le cui radici si perdono nel rinascimento: ogni ora un pilastro del conclave sarà  sacrificato e marchiato a fuoco, fino allo scoccare della mezzanotte, ora in cui l'intera Città del Vaticano sarà completamente rasa al suolo da un potentissimo nucleo di antimateria, prodotto dal Cern di Ginevra e sottratto al centro ricerche dalla setta stessa. Nella corsa corso il tempo partecipa anche il professore simbolista Robert Langdon, che, insieme alla scienziata Vittoria Vetra, ingaggerà una caccia al tesoro al cardiopalma tra gli oscuri segreti di Roma, riportando alla luce antichi misteri e fantasmi del passato.

Il libro omonimo vantava una struttura di tutto rispetto: una sapiente miscela di elementi filosofici e riflessioni sul rapporto tra la scienza e la fede ma con tutti gli elementi del thriller moderno, unito a quel pizzico di esoterismo e mistero che tanto allieta gli appassionati di complotti, misteri e intricati punti di contatto tra la Storia e l'immaginazione. Nonostante sia stato scritto precedentemente al più famoso "Codice.." gode sicuramente di una maggiore omogeneità tra le divagazioni intellettuali e la pura componente investigativa.

Il film, invece, parte già con il piede sbagliato, andando a modificare sin dal principio una sezione importante del romanzo, quella ambientata al Cern di Ginevra, in cui il padre di Vittoria Vetra (qui sostituito semplicemente da "un collega") che è anche un uomo di chiesa, riesce nell'intento di creare l'antimateria, sottolineando le imprevedibili conseguenze del progresso scientifico a discapito della fede che l'uomo ripone in un essere a lui superiore.

L'azione si sposta in un batter d'occhio a Roma, e lo spettatore viene a conoscenza dell'accaduto solo a fatti avvenuti, grazie ad un dialogo piuttosto frettoloso tra i personaggi principali della trama. Quasi due terzi del film saranno dedicati alla gigantesca caccia all'assassino senza alcuna tregua, in una sequenza talmente veloce e raffazzonata da giustificare gli imperdonabili tagli alla trama del libro (il rapimento di Vittoria in primis) e da sembrare in più momenti banale e quasi senza alcun senso logico. Aspetto, quest' ultimo, che snatura parte del lavoro apprezzabile svolto da Brown nella descrizione dei luoghi di Roma e di tutti i retroscena delle opere d'arte e degli artisti "illuminati" che rientrano nel plot. Il killer assoldato dalla fantomatica setta, poi, è completamente snaturato del suo fascino da assassino d'altri tempi, a favore di una caratterizzione più moderna e confacente più ad un action movie piuttosto che ad un thriller di matrice storico-esoterica.

Il finale è legato al libro da un sottilissimo cordone ombelicale di eventi: i tagli e i cambiamenti alla trama sono sostanziali e hanno il suo peso, tanto che  chi ha letto il libro si chiederà se è lui a non ricordare bene lo svolgersi degli eventi o se si tratta di una trasposizione con molte, troppe licenze. Si chiederanno, per esempio, che fine abbia fatto Giano, il misterioso capo dei nuovi Illuminati, figura che dovrebbe preannunciare un epilogo che invece irrompe nel film all'improvviso, protraendosi anche troppo oltre il limite della controparte cartacea, in cui la vicenda termina in modo più sfumato e ambiguo, appagando e stimolando il lettore.

Venendo ai dati tecnici, non si può certo gridare al capolavoro, ma neanche di un'opera superiore alla media dei blockbuster del genere. La regia non emerge per tecnica nè per guizzi artistici, restando sempre sul mediocre e sul lineare; stesso dicasi della sceneggiatura, notevolmente squilibrata sia nei momenti che dovrebbero essere di chiarimento e riflessione sia in quelli puramente "action": poche dissertazioni storiche, pochi ragionamenti sui simboli (addirittura il quinto simbolo della setta è completamente diverso da quello del libro, che era già di suo inventato), banali e scontate le dissertazioni sul rapporto religione-scienza. E questo non è poco, per un titolo apprezzato soprattutto per questi elementi.

Piatta come nel "Codice" la recitazione di Tom Hanks, che proprio non riesce a delineare la figura di Robert Langdon, in bilico tra preparazione e fragilità, dando al protagonista una caratterizzazione che non prende, non affascina lo spettatore. L'attrice che impersona Vittoria Vetra non è da meno, se non altro sopperisce al ruolo leggermente meglio di Audrey Tatou nel precedente film. Buona invece la prova di Stellan Skargaard, minata però da un doppiaggio macchiettistico e poco credibile. Ewan MC Gregor sicuramente non da buttare, ma appare evidentemente scomodo in un ruolo che proprio non si addice. Nulla da dire su Pier Francesco Favino, la cui parte è talmente limitata da sembrare quasi un regalo della produzione americana come ringraziamento per le riprese in Italia. Gli effetti speciali sono forse l'aspetto più curato della pellicola, tenuto conto che le riprese in Vaticano sono completamente digitalizzate al computer causa divieto del Vaticano di girare nei suoi edifici e luoghi.

In definitiva, "Angeli e Demoni" è un thriller action godibile per chi non avesse letto il libro. Chi invece ha letto l'opera di Brown non potrà trovare che difetti in questo film, che appare come la presuntuosa trasposizione all'acqua di rose di un libro che ha nel suo equilibrio di mistero, attualità e azione il suo punto di forza. E tenuto conto che neanche l'opera di Dan Brown può essere definita capolavoro, c'e da pensare a lungo sull'effettiva necessità di questo film.

Carico i commenti...  con calma