Il film è una storia vera che è stata resa film solo 30 anni dopo.
Stati Uniti, 1977. Nixon, dopo l’ “impeachment” del 1974, si è ritirato in California, nella sua tenuta. Gioca a golf, legge, forse pensa – di certo non rilascia interviste. È stato intelligente: si è lasciato desiderare.
Un anno prima è uscito il film scandalo, “Tutti gli uomini del presidente” di Alan Pakula, che ha svelato cosa c’era davvero dietro il Watergate. Il nome di Nixon, d’improvviso, torna alla ribalta.
L’ex presidente – per soldi e forse ferito nell’orgoglio dal film di Pakula – accetta di farsi intervistare da un inoffensivo giornalista inglese, David Frost.
David, che probabilmente non aveva letto un giornale in vita sua, passerà alla storia.
L’equilibrio finissimo di Ron Howard, che non scorda di menzionare i successi politici di Nixon, vale molto più di tanti libri a senso unico scritti su di lui.
Chi vedrà il film con attenzione, capirà bene chi si nascondeva dietro la facciata. È un film in cui si uniscono storia, intelligenza e stupidità, terribili insicurezze nascoste dall’arroganza.
Se lo vedrete, assisterete anche ad un monologo da annali della recitazione (nomination all’Oscar per Frank Langella).
L’analisi sulla stampa nel finale, ispirata probabilmente alle parole di “Gola Profonda” in “Tutti gli uomini del presidente”, è la ciliegina sulla torta.
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