Ron è un artista che si vede al momento giusto. Fa un disco di inediti ogni 6-7 anni, ma indubbiamente ha ancora da dire.
A 8 anni di distanza da Un abbraccio unico, intervallati da un progetto antologico di beneficenza e da un omaggio a Lucio Dalla, arriva Sono un figlio, 13 canzoni per 47 minuti, tutto arrangiato acusticamente, con una cover riadattata, e con autori sia noti che nuovi del panorama autoriale italiano.
"Sono un figlio", che dà il titolo all'album e lo apre, parla della storia d'amore dei genitori durante la seconda guerra mondiale, e si sentono le dita che cambiano tasti sulle corde della chitarra. Molto toccante.
"Più di quanto ti ho amato" e "Abitante di un corpo celeste" sono, con la traccia uno, i tre singoli che hanno anticipato l'uscita dell'album, avvenuta il 30 settembre 2022. La prima è da titolo una canzone d'amore, la seconda è sulla vita, e il corpo celeste è appunto la Terra.
"Diventerò me stesso" è introspettiva, e il protagonista si ritrova solo per le strade, ma non sente la mancanza di nulla.
"Un'astronave nel cielo" ha un incipit che ricorda "Almeno pensami", e parla delle paure dell'amore.
Un buon brano, ma è con "Melodramma pop" che si raggiunge l'apice del lavoro; il brano è vivace e cita Freud, Joyce e Totò.
Con "La stessa persona", ovvero la persona che si ama da e per una vita, il livello pure resta alto.
"Annina" invece è particolare, è dedicata a una donna che non si piace nemmeno quando va tutto bene. Curiosamente cita "quel fuoco" che è uno dei brani successivi; e non è l'unico crossover, a dimostrazione che Ron ha voluto un concept album sulla sua vita e su 52 anni di attività.
"Questo vento" e "Quel fuoco" sono collegate nella scaletta e semanticamente. La prima riprende il rapporto con un padre, come la prima canzone, ma questa volta è un pretesto per parlare di diversità generazionale. La seconda è la cover dell'album, di "Break my heart again" di Finneas, che Ron ha riadattato con la sorella Enrica nel testo, e sempre il cantautore ha rimodellato totalmente l'arrangiamento.
"Nelle lettere", scritta da Nicolò Agliardi, è un elogio di un modo di comunicare oggi desueto, ma che Ron ha vissuto profondamente: "ti tengo nelle lettere, così mi sento vivo".
"Fino a domani" è la storia di una coppia che per andare avanti ha però bisogno di uscire dalla routine e stravolgere i piani, "fino a domani", per l'appunto.
Chiude questo buon disco "I gatti", che pure ha anticipato l'album. È una delle migliori della scaletta, e non è un caso che sia stato posto in chiusura. I felini del titolo sono un pretesto per ricordare chi non c'è più. I gatti "non chiedono scusa, ma sanno tenere i segreti". Grande canzone.
Sono un figlio è un album che per i testi e la voce di Rosalino varrebbe persino 4 stelle, ma le musiche e gli arrangiamenti, curati ma troppo uniformi, tolgono al lavoro mezzo punto.
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