Ero piccolo e di musica non ci capivo un cazzo, o forse ero in quell'età in cui non ti fai seghe mentali su cosa sia alternative o meno, ed ascolti tutto quello che ti capita a tiro. Bene, mentre Albertino di Radio-Dj era il mio modello di vita (ero piccolo!!), un ragazzo molto più grande di me mi passò una cassetta di un gruppo, mi correggo, di un'orchestra, no, di un artista, unico, forse un genio. Tal Maestro Gian Piero Reverberi. Chi è? Beh, ad essere sincero non lo conoscevo nemmeno io. Compositore, arrangiatore di fama internazionale, collaboratore di Mina, Battisti, Gino Paoli, Luigi Tenco e potrei continuare. La sua fatica più grande comunque rimangono i Rondò Veneziano. Posso solo immaginare le reazioni a questa mia de-recensione. Io adoro solo questo disco, il resto è puro contorno.
"Masquerade" (1989 @ BMG Records) si distacca totalmente da quella eccessiva ricerca barocca tipica di tutta l'immensa (circa 70 Albums) produzione dei Rondò Veneziano che, sottolineo, sono solo gli esecutori delle musiche scritte da Reverberi e Laura Giordano, andando ad inserirsi prepotentemente nel filone del "Pop-Strumentale-Da-Camera-Da-Letto-Con-La-Testa-Persa-Fra-Le-Nuvole". Esiste come filone? No!? Evviva, ne ho inventato un altro.
Luci ed ombre sotto un cielo stellato e vento che increspa i flutti. Una piazza semideserta, un valzer di foglie. Un pontile di legno ed un gondola si riflettono sull'acqua al tramonto. La luna appena nata sorride ad un vecchio gondoliere stanco. Gli archi dei colonnati spazzati dalla brezza della Laguna. Una lacrima scende su una maschera di carnevale, seguendo tutte le irregolarità, incontrando qua e là i preziosismi delle rifiniture. Il tutto in puro stile Metal, perché si sa che la musica classica è all'origine del Metal (giusto??).
La verità è che questo disco va ascoltato con le cuffie, chiusi gli occhi (ablativo assoluto latino, tiè), lasciandosi trasportare e sognando. Violini seducenti, chitarre classiche pizzicate dolcemente, flauti traversi che ti entrano nell'animo e ti (com)muovono lo stomaco. Arrangiamenti perfetti per un disco totalmente imperfetto nella suo essere "rondò". L'uomo misterioso in copertina nasconde(mostra) il vero artista, il genio di Reverberi, che ha voluto per una volta uscire dagli schemi da lui stesso creati.
Provare per credere (povero Gigi), credere per vivere, vivere per amare in puro stile DeBaser .
Metallo Pesante per tutti, Sempre!
Carico i commenti... con calma