Dietro al nome Ronin si cela la figura di Bruno Dorella, musicista (Bachi da pietra e Ronin oggi, Wolfango, Sick Dogs e altri progetti ieri) e proprietario della indie-label "Bar la muerte"(Ovo, gli stessi Ronin e inoltre i primi due album di Bugo). Ronin è un progetto strumentale con forti influenze cinematografiche (le colonne sonore del maestro Morricone sono una delle principali fonti di ispirazione), folk e musica tradizionale, creando così un linguaggio musicale universale e non assolutamente ristretto.

Lemming è la seconda prova del gruppo dopo un EP e un album omonimo, è ricco di atmosfere molto pregiate, di esemplari soluzioni strumentali imbevute di diverse profumi. Il sapore esotico in L'etiope o della più pittorica Portland, la desolazione di You need it, then it comes (un dilaniato arpeggio di chitarra ornato dalla voce di Dorella mandata in reverse per un risultato incredibile), l'ossessività musicale in Mantra Infernale, l'amarezza racchiusa in I pescatori non sono tornati (echi e riverberi di chitarra con un coro sul finale, sublime). La forma-canzone è limitata ne Il Galeone, ballata anarchica scritta nel 1697, cantata dall'americana Amy Denio, insolita e coraggiosa scelta perché è sempre curioso vedere gli stranieri cimentarsi nella nostra lingua, sopratutto nelle canzoni.

Un lavoro perfetto, uno dei pochi casi dove si può rimanere sorpresi da tanta capacità. Chi ha già apprezzato la musica dei Ronin di sicuro non rimarrà deluso da Lemming, chi ancora non ha mai sentito niente è meglio che si affretti. Sarebbe un peccato enorme perderli.

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