Parlare di R.J. DIO nel 2007, vuol dire ripercorrere per intero la storia della musica hard e heavy metal dal suo inizio. L'ormai ultrasessantenne (dovrebbero essere 65, ma intorno alla sua data di nascita e' sempre serpeggiato un fitto mistero, e come senno' visto il personaggio) ha cavalcato l'onda della musica pesante arrivando ad incidere ancora oggi dischi di discreta fattura.

Questo "Strange Highways" nel 1993, anno della sua uscita, fece storcere il naso ai piu', ma riascoltato oggi a 14 anni di distanza risulta essere l'album piu' pesante e sabbathiano di DIO.

Il cantante di origine italiana, era appena uscito dalla breve reunion con i Black Sabbath durata lo spazio dell'uscita di un solo album, quel "Dehumanizer" che io considero l'unico album degno dei primi Sabbath o meglio l'unico album post-Ozzy che musicalmente possa avvicinarsi ai primissimi album. Un disco pesante e doom proprio come questo "Strange Highways" uscito a soli due anni di distanza.

L'influenza di Iommi nel songwriting si sente e l'album e' un concentrato di canzoni mid-tempo pesanti ed oscure lontane chilometri dai grandi successi di Dio degli anni ottanta. Per cui se cercate una Holy Diver, una We Rock o una Evil Eyes, qui non la troverete. La formazione che accompagna Dio in questo album e' ancora una volta diversa. Alla batteria c'e' Vinnie Appice, al basso Jeff Pilson e alla chitarra Tracy G. C'e' pure un tastierista Scott Warren ma la sua presenza passa innoservata visto che questo e' l'album meno tastiere-oriented di Dio.

E' un album duro da digerire, forse il piu' ostico mai composto da Dio. Le canzoni avanzano lente come macigni ma l'ugola di Dio e' sempre quella, anzi a volte sperimenta nuove strade come nell'iniziale JESUS MARY & THE HOLY GHOST in cui viene distorta da effetti. La title-track STRANGE HIGHWAYS sembra uscita da un album dei primi Black Sabbath o sembra essere stata dimenticata fuori da Dehumanizer. Cosi' tra il metal doom di canzoni come EVILUTION, ONE FOOT IN THE GRAVE e BRING DOWN THE RAIN, compare l'unico up-tempo dell'album HERE'S TO YOU che si avvicina alle cose piu' veloci del Dio anni ottanta. Menzione particolare poi per GIVE HER THE GUN, semi ballad con un Dio in gran forma, evocativo come solo lui sa fare.

Vi invito a riscoprire questo album per ascoltare un Ronnie James diverso dal solito, in attesa di rivederlo quest'anno al Gods of metal con la reunion dei Black Sabbath o meglio dei 'HEAVEN & HELL', come si faranno chiamare, chissa' poi perche'? Visto che e' la stessa formazione di "Dehumanizer".

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