Partire in una notte gelida, nel bel mezzo di una tormenta di neve, per fare il giro del mondo su di un mezzo antiquato e per giunta aperto; dover avanzare con cautela per non essere visti, ma anche velocemente per finire il proprio lavoro in una manciata di ore, e per giunta calarsi per un pertugio stretto nonostante tutti ti vogliano sovrappeso: ma come farà mai Babbo Natale a sopportare il tutto? Semplice: basta una bella canna a base di vischio!
Ecco la sconvolgente (o meglio, sconvolta) verità che ci raccontano i Rotary Connection in quello che sicuramente è il più bell'album natalizio su cui potrete mai mettere le mani. D'altra parte, ogni epoca ha il disco di stagione che si merita, e se a noi è toccata in eredità la lagna a suon di campanellini di Mariah Carey, nel 1968 il Natale si poteva festeggiare con una sana serie di brani e riletture tanto irriverenti quanto musicalmente entusiasmanti. Un album, "Peace", figlio degli anni in cui è stato concepito, intriso di soul, psichedelia, voglia di ribellione: "Opening Round" potrebbe essere un brano dimenticato dei Grateful Dead, e se Jimi Hendrix a Woodstock, qualche mese più tardi, userà la sua Stratocaster per dilaniare l'inno nazionale americano, qui una chitarra elettrica altrettanto straziante e l'urlo acutissimo di Minnie Riperton spingono il classico "Silent Night" al limite della desolazione, quasi ci si trovasse nella notte santa in campo aperto al termine di una battaglia.
Sì, perché nel 1968 la preoccupazione dei giovani Americani per la guerra del Vietnam è alle stelle, ed è naturale che anche in un brano caldo e denso di soul e rhytm'n'blues come "Christmas Love", mentre Minnie e Sydney Barnes cantano la tipica atmosfera natalizia all'improvviso si ricordino i molti amici mandati a combattere in Indocina. Un discorso che ricorre anche in "Last Call for Peace", ricca di un arrangiamento magniloquente, intensa quanto un sermone gospel, disperata nel suo domandare pace per un mondo che dimentica quanto sia preziosa. E' sempre alla pace che il gruppo, poi, dedica note generose anche in "Christmas Child", con un'ardita struttura armonica (che mi ricorda i primi Chicago) e un'arrangiamento a base di archi epici e fiati minacciosi, e la più convenzionale "If Peace Is All We Have".
La carrellata sul Natale dei Rotary Connection include, inoltre, l'espressione di una coscienza sociale tutt'altro che scontata, quasi cruda nella sua concretezza, se non fosse per la commovente bellezza delle musiche. "Shopping Bag Menagerie", forse il brano più intimista della raccolta, costruito intorno ad un giro armonico che a molti farà ricordare "Refugee" dei Van Der Graaf Generator, racconta in poche efficaci immagini quanto il consumismo sfrenato spogli la festa del suo significato, mentre la ballata "Sidewalk Santa" dipinge nelle sue note meste e sofferte una storia di comune indigenza, resa ancora più toccante dall'inserto, in apertura e in chiusura, della registrazione dal vivo di un vero Babbo Natale mendicante.
Ma è Natale, e c'è spazio anche per la gioia, che qui si fa allegria irriverente e psichedelica: l'epica ed incalzante "Peace at Last" (stupenda la prestazione dei due cantanti già citati) è il brano che, appunto, ci racconta del piccolo segreto di Babbo Natale, "Santa's Little Helper" diventa uno stralunato intermezzo a base di progressioni jazz e voci volutamente dissonanti, "Silent Night Chant" sferra l'ultimo distorto e psichedelico colpo al brano natalizio per eccellenza, facendolo diventare la scanzonata (verrebbe quasi da dire proto-punk, ma non esageriamo) colonna sonora di un "Christmas Party" a base d'erba, rock e quant'altro la fantasia possa portare con sé.
Ecco che, però, all'improvviso tutto finisce e il disco si conclude con "Silence", il cui titolo rivela tutto ciò che c'è da ascoltare: trenta secondi di puro silenzio, neanche fossimo ad una performance di John Cage. Serviranno a ripensare a tutto ciò che si è appena ascoltato? Si tratta dell'allarmante finale che ci aspetta quando per l'ennesima volta lasceremo svanire nell'indifferenza l'appello alla pace appena lanciato dai Rotary Connection? Scoprirlo vuol dire fare un'esperienza (musicale) del Natale decisamente diversa, ed ascoltare un augurio di Buon Natale decisamente alternativo.
Carico i commenti... con calma