Spigoloso, diafano al punto di sembrare a malapena di questa terra. Fender Jaguar tenuta con il manico orizzontale rispetto al palco sul quale si muoveva barcollando mentre sputava raffiche di suono. Una sigaretta perennemente penzolante dal labbro ed il volto seminascosto da una nuvola di fumo azzurrognolo. Così appare l’immagine mitologica di Rowland S. Howard, alimentata a buon diritto da Teenage snuff film, primo album solista pubblicato dopo più di vent'anni di carriera, il quale ha dovuto attendere altri venti anni per giungere alla prima vera uscita negli Stati Uniti grazie alla ristampa su etichetta Fat Possum Records del 2020.

La storia comincia nel 1995, quando dopo la lunga parentesi europea ed una breve parentesi americana al seguito di Lydia Lunch, Rowland S. Howard decise di abbandonare il suo status di artista apolide e di fare ritorno in Australia, nella natia Melbourne. Su questa decisione probabilmente pesarono ì tentativi di ricomporre i pezzi della sua vita travolta dall’eroina e della sua ultima incarnazione, i These Immortal Souls (band formata con il fratello Henry, con Epic Soundtrack e la fidanzata dell’epoca, Genevieve McGuckin). Tentativi terminati con esiti maldestri in entrambi i casi.

Così, Rowland, rimasto senza uno straccio di contratto discografico, decide di realizzare un disco solista per la Reliant Records, piccola etichetta indipendente di Melbourne (della pubblicazione in UK si occuperà la Cooking Vynil, indie label britannica) e per l’occasione chiama a dargli man forte due vecchi amici come Brian Hooper (già bassista dei Beasts of Bourbon e dei Kim Salmon And The Surrealists) ed il solito Mick Harvey (batteria ed organo). Il risultato è Teenage Snuff Film, forse il disco più bello della sua discografia e sicuramente uno dei più belli della mia. Un album su cui aleggia l’influenza dei Velvet Underground e degli Stooges. Ma nell’ispirarsi a tali icone, Rowland non è mai didascalico; le divora, le digerisce, le metabolizza, le rende sue nella sostanza e le piega al suo stile, assimilandole e amalgamandole alla sua scrittura. Teenage Snuff Film è incentrato su storie di amori non corrisposti, di rapporti che si spezzano forse senza neanche una ragione, solo a causa del mal di vivere. Perfettamente in tema sono anche le due personalissime cover, “She Cried”, incisa nel luglio del 1961 da Teddy Daryll e più conosciuta nella versione dell’anno seguente di Jay & The Americans e la sorprendente rivisitazione di “White Wedding” di Billy Idol, che si eleva ben al di sopra dell’originale. Ma Teenage è soprattutto, in modo più o meno palese, un album di maestose ed agghiaccianti murder ballads (nei testi di pochi album ricorrono così frequentemente le parole gun, knife e blood) che idealmente sembra quasi collegarsi all’eccellente album dell’amico/antagonista Nick Cave che però è dichiarato tale sin dal titolo. Tuttavia, esiste una differenza fondamentale tra il lavoro di Cave e quello di Howard. Il primo, infatti, è voce narrante fuori campo; è un osservatore esterno delle vicende che coinvolgono i personaggi evocati: Joy, Stagger Lee, Henry Lee, Elisa Day, Loretta, Mary Bellows, Crow Jane. Rowland, invece, non è il narratore di storie altrui ma è parte in causa, in qualche modo parla di se stesso. Come infatti aveva dichiarato in una intervista rilasciata per promuovere il primo album dei These Immortal Souls, dopo l’esperienza dei Birthday Party, in cui si era sforzato di scrivere testi che potessero essere interpretati da altri (Cave), ora voleva scrivere canzoni “che fossero canzoni di Rowland Howard, che esprimessero me”. Visto sotto questa luce, quindi, Teenage è ancora più disperato e tragico. E Disperazione e disarmante bellezza convivono in tutte le tracce di questo disco in cui sfilano in parata indistinte figure femminili che sono contemporaneamente muse e antagoniste. L’album si apre con l’intensa ballata “Dead Radio”, che sin dalle prime note ci trascina nell'oscurità che si addensa, e si chiude, dopo un costante crescendo drammatico, nelle apoteosi elettriche dell’incalzante “Undone” e dell’esplosiva “Sleep Alone”, passando per la minimalista “Breakdown (and Then…)”, per la pulsante e allucinata “Exit Everything”, per la struggente “Autoluminescent” che sembra quasi una preghiera, un illusorio momento di trascendenza, una via d’uscita luminosa. Ma Rowland non ci crede e si rituffa (e noi con lui) nella violenta tempesta chitarristica della conclusiva “Sleep Alone”, una negazione nera come la pece. E nel caso l’ascoltatore avesse qualche dubbio, Rowland chiarisce: "Amore mio, io sono meno di nulla, sono un misantropo". E poi recita: "This is the journey/ To the edge of the night/ I've got no companions/ Only Celine on my side/ I don't need nothing from no-one/ The needle's in the red/ Nothing to lose/ Everything's dead". Un verso da far gelare il sangue che sintetizza l’atmosfera di perfetta solitudine che ammanta l’intero album, enfatizzata dalla voce profonda ed evocativa di Howard.

Teenage Snuff Film è un album praticamente perfetto, senza una sola traccia debole e senza una nota fuori luogo. Un'opera potente che cresce con il tempo in ricchezza e profondità. Il capolavoro ingiustamente trascurato di un artista leggendario, costituito da oscure ballate, tutte imprescindibili, magnetiche, fatali, martoriate dalla elettricità della crying jag, la Fender Jaguar che invece di piangere dolcemente, infligge dolore, scarnifica, scava solchi nell’anima dell’ascoltatore, dispensando note dense di riverbero e feedback, mentre Howard traccia il suo definitivo autoritratto di artista maledetto, di beutiful loser.

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