Cosa possiamo aspettarci nel 2016 da una band che ha cavalcato l'onda del successo e della popolarità a cavallo tra anni '80 e '90?

Roxette, duo svedese che ha saputo amalgamare i suoni patinati tipici derivati da certa new wave al rock da stadio, trattando passione e amori a suon di riff contagiosi e ritornelli orecchiabili.

Tornano, nonostante i problemi di salute della Fredriksson, a sfornare melodie, sotto la luce accecante di (secondo me) troppa elettronica.

I pezzi ci sono. It Just Happens e April Clouds sono da annoverare tra le loro migliori produzioni, sia chiaro.

Già dai titoli le canzoni sembrano proporre la prospettiva e le sensazioni della band, in un delicato momento della loro storia che da ormai 15 anni ha preso svolte decisamente negative.

Il mio voto è dettato dalla convinzione che moltissimi episodi, ad esempio From A Distance, avrebbero potuto brillare maggiormente se privati di pomposità ed eccessiva "mano d'opera" voluta da Gessle.

La storica voce dei Roxette ha da poco annunciato che non potrà, per problemi fisici, forse mai più andare in tour.

Chissà come il duo sopravvivrà al fato, ma in ogni caso, credo che il rispetto che essi meritino sia senza dubbio enorme.

La voglia di proporre le loro prospettive e il loro sound fa si che curiosamente quest'anno siano stati una delle novità musicali vere e proprie.

Sottolineo comunque che la proposta è interessante, in alcuni casi mi ha ricordato persino Sounds of the universe dei Depeche Mode.

Se la loro carriera terminasse qui (e spero di no) sarebbe comunque un bel finale.

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