Dai toni facilotti e dalle melodie easy listening e catchy, i Royal Hunt si sono allontanati, cambiando, sperimentando, vincendo, fallendo. Ormai, passati i venti anni di carriera, l'esperienza accumulata è tanta da poter permettere ai danesi la produzione di album come "Show me how to live", cioè un lavoro che torna ad essere personale, ottimamente suonato, privo di sbavature.
In effetti il power metal degli esordi con il trascorrere degli anni è andato a farsi benedire e i migliori episodi dei cinque danesi sono arrivati proprio nel momento in cui l'allontanamento dalle origini ha preso forma compiuta ("Paradox", 1997). Poi alcuni lavori buoni, altri meno (in particolare "Eye witness" del 2003) prima di tornare su buoni livelli qualitativi con "Paradox II: Collision Course". Ma la svolta vera, quella che ha cambiato i connotati in casa di Andersen e Cooper è stato il cd "X", pubblicato nel 2010. In esso si univano tutte le caratteristiche della band danese, dalla melodia al gusto per il rock dei seventies tutto declinato in forma moderna grazie ad una produzione cristallina e ad un rinnovato gusto compositivo e sinfonico. Un lavoro semplice ma quasi perfetto che trova il suo fedele compagno in "Show me how to live" che ha visto la luce nel novembre dello scorso 2011.
Una copertina francamente brutta non deve ingannare l'ascoltatore: il contenuto non è becero power metal spade, dragoni e castelli dimenticati ma bensì hard rock raffinato e infarcito di gusto progressive. La maggior parte del "nuovo" lavoro è svolta dalle tastiere di Andrè Andersen, leader del gruppo: egli tesse le trame grazie ad un buon songwriting, anche se il suo apporto in qualche caso risulta ai limiti della pomposità "laccata". Un peccato veniale che viene messo in secondo piano dalle straordinarie doti canore di D.C. Cooper e dal lavoro chitarristico di Jonas Larsen, puntuale, preciso e mai troppo invadente. Il matrimonio di tutti questi elementi genera brani quali "Another man down", "Half past loneliness", "Hard rain's coming" e la lunga titletrack: pezzi che ci mostrano un combo in perfetta forma, con le idee chiare e soprattutto ben sviluppate.
"Show me how to live" è un album che scorre a meraviglia e non rischia mai di diventare noioso, merito che va senza dubbio ad un songwriting buono ma non eccellente. Nel complesso questo disco è la riprova di una realtà di assoluto livello nel panorama del rock europeo: garantiscono qualità, gusto sinfonico e un'ottima resa finale. Il nome, il monicker, il booklet possono ingannare, la musica no.
1. "One More Day" (6:12)
2. "Another Man Down (5:14)
3. "An Empty Shell" (4:32)
4. "Half Past Loneliness" (5:36)
5. "Hard Rain's Coming" (5:12)
6. "Show Me How To Live" (10:05)
7. "Angel's Gone" (5:11)
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