"Twin Infinitives", ovvero come distruggere 40 anni di musica rock in poco più di un' ora. L' album si presenta infatti come una colossale opera dissacratoria che va oltre qualsiasi tipo di convenzione musicale e qualsiasi melodia. Le tracce seguono tutte sostanzialmente la stessa linea: semplici accordi di chitarra, di matrice puramente blues, ricoperti da tonnellate di rumore, come mai nella storia del rock si era ascoltato prima. "Perciò l' album costituisce un tassello fondamentale per la storia della musica". Ma per favore! "Twin Infinitives", per definirlo alla Fantozzi, "è una cagata pazzesca!". L' album non solo risulta estremamente fastidioso all' ascolto - ma dopo tutto questo è il suo intento - ma, se si riesce a superare l' enorme ostacolo sonoro, appare estremamente noioso e ripetitivo. La decostruzione del rock è altra: è la capacità di far chiedere all' ascoltatore se quella che si sta ascoltando sia musica o solo rumore o una cozzaglia di suoni. "Trout Mask Replica", "Eskimo", "Uncle Meat" e "Faust" sono destrutturazione, sono superamento dei clichè e delle convenzioni musicali, sono opere che sconvolgono per la natura dissacrante, ma sempre riconducibili al titolo di musica. "Twin Infinitives" invece è solo un ammasso di rumore, note qua e là e canto sgradevole. Il limite dell' ascoltabile è stato superato; la capacità di andare contro corrente sta invece come già detto nello stare in bilico tra quella che è musica e quella che non lo è, e questa non lo è certamente.
Ah dimenticavo, un aspetto positivo questa schifezza che è "Twin Infinitives" ce l' ha: dopo il suo ascolto qualsiasi cosa, anche il rumore del frigo di notte, anche le mosche che sbattono contro i vetri, anche i vicini casinisti del piano di sopra vi sembreranno sinfonie di Beethoven al confronto.
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