E' una giornata uggiosa, una di quelle giornate dove fuori la pioggia sbatte con violenza alle finestre di casa che sembra volerti stanare, tirare fuori dal buco nel quale ti sei nascosto per evitarla. Una di quelle giornate dove ci si ferma a meditare, a fare bilanci, ad immaginare una vita diversa da quella che stai percorrendo. Insomma un giorno di ordinaria follia passata in compagnia di se stessi, un mondo interiore che interpreta un'esteriorità spesso incomprensibile, in sostanza il "mondo attraverso i miei occhi". Cerco un disco che possa esporre ciò che mi porto dentro. Scruto i cd dei Genesis, dei Pink Floyd, dei Porcupine Tree... Poi penso: "perché non ascoltare qualcosa che li riunisca assieme?" Ed è così che l'attenzione mi ricade sugli RPWL. Si, questo cd è ciò che occorre per riallacciare il mio io all'esteriorità.

Gli RPWL sono un gruppo tedesco molto giovane eppure, nonostante l'inesperienza, riescono a proporre una rivisitazione del prog anni '70 con maestria e gusto personale. I tecnicismi e gli eccessi propri del progressive, tuttavia, lasciano spazio a momenti ipnotici ed atmosferici nei quali non è difficile intuirvi l'impronta floydiana e genesisiana. Ma il gruppo non si limita ad una mera scopiazzatura del genere, lo espande e si avventura in percorsi del tutto personali dove la forma canzone non appare mai troppo ostica anche se estremamente elaborata. Sì, ciò che spicca nel lavoro degli RPWL è un equilibrio praticamente perfetto delle sonorità proposte con chitarre Gilmouriane ammiccanti all'hard-rock (senza mai scadere in esso), atmosfere psichedeliche e space rock sapientemente diluite dalle efficaci tastiere di Yogi Lang e dalle ritmiche mai eccesivamente oppressive. La voce si adagia perfettamente in un soffice cuscino sonoro e quando la musica ne rimane orfana sa creare emozioni intensissime surfando tra "The Wall" e "One Of These Days" dei mai dimenticati Pink, arabeschi, pop d'autore e sperimentazione. A fare la sua intensa comparsa c'è anche la voce dell'ottimo Ray Wilson degli ultimi Genesis che impreziosisce la traccia più ascoltabile dell'intero disco, Roses.
Il disco fluisce senza cadute di stile in maniera impressionante. Un unico viaggio verso la maniacalità musicale, la ricerca della perfezione melodica, la sapiente congiunzione del passato al presente. Praticamente perfetto!

Il mondo attraverso la musica degli RPWL assume un colore passionale che crea un ponte tra il mio inconscio e la pioggia. Non la sento più... Non la percepisco più come violenta... Essa è solo la vita che viene da me ed ad essa torno come un figlio che, nonostante i propri percorsi, non dimentica mai il travaglio di chi lo creò...

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