E' più forte di me. Sono attratto all'inverosimile dai morti viventi. Sarà che sono cresciuto a pane e George A. Romero. O forse nutro una certa empatia verso questi mostri sfigati e perdenti. Il vampiro è cazzuto. Il licantropo pure. Poi ci sono i vari alieni invincibili che Sigourney Weaver ci ha insegnato a sconfiggere. Invece lo zombie no. E' una pippa. Pura carne da macello.

Resta il fatto che ogni dannatissima volta che salta fuori un nuovo film su queste "simpatiche" creature mi fiondo a vederlo con l'entusiasmo di un bambino. Certo, l'80% (o forse più) delle volte mi trovo davanti l'ennesima cagata priva di idee (qualcuno ha detto Resident Evil?), o la classica trashata  in cui partono teste dall'inizio alla fine della pellicola.

Invece Benvenuti a Zombieland è una piacevole sorpresa. Un film divertente e ironico, che sfrutta le dinamiche della commedia (se vogliamo teen) e del road movie per dipingere uno scenario apocalittico infestato da morti viventi affamati di carne viva (poca carne viva in questo caso).

Dopo il pregevole "Shaun of the dead" (tradotto alla volemose bene in: "L'alba dei morti dementi") ecco un altro innocuo passatempo che per un'ora e mezza riesce a strappare sorrisi e far spegnere a dovere i cattivi pensieri che affollano le nostre menti-dementi.

La storia è raccontata in prima persona da Columbus, il classico teenager nerd senza amici e totalmente privo di vita sociale. Si può dire che l'invasione zombesca sia per lui una vera benedizione, visto che lo porterà a conoscere gente, a fargli vincere le sue mille fobie/ossessioni e a procuragli addirittura (!) una ragazza (Emma Stone, tra l'altro gran bella topolona).

A completare il cast abbiamo: Tallahassee, un splendido Woody Harrelson in veste psicotica, il cui unico scopo rimasto nella vita è quello di trovare una merendina Twinkie, oltre che, naturalmente, fare una carneficina. Wichita e Little Rock, due sorelle ultra-ciniche, truffatrici e furbette, che cercheranno a tutti i costi di arrivare in un super luna-park della california per provare a divertirsi ancora in un mondo distrutto. Il parco giochi, meta ultima del viaggio, non è altro che la metafora del film (se proprio vogliamo trovarne una): tutto il mondo può essere un "parco divertimenti", in qualsiasi occasione, anche le peggiori, basta sapersi adeguare ad ogni situazione.

Come già detto, la storia procede come un road movie, in cui i personaggi impareranno a conoscersi e convivere, fino alla strage finale. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma.

La regia di Ruben Fleischer (chi????) è fresca e fracassona, forse un po' troppo "videoclippara", ma non stona assolutamente. Il tutto è infarcito da abbondante testo extradiegetico sotto forma di appunti di un ipotetico block notes del protagonista per sopravvivere a Zombieland (tipo: controlla il sedile posteriore, stai sempre in allenamento perché quelli sovrappeso sono i primi a morire, ecc...).

Degne di nota, infine, sono le splendide riprese acrobatiche delle sparatorie sulle giostre e il demenzialissimo cameo di Bill Murray, in cui vengono rivisitate alcune scene di "Ghostbuster".

Puro entertainment, ma di un certo livello.

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