Rod Morgestein e Jordan Rudess: questi nomi vi dicono niente?

Il primo è il talentuoso batterista dei "Dixie Dregs", gruppo Fusion apprezzato a livello internazionale, oltre ad essere lui stesso uno dei migliori percussionisti in circolazione; il secondo è il virtuoso delle tastiere dei "Dream Theater", di cui le capacità tecniche sono ben note e criticate da molti (a mio avviso, è uno dei migliori tastieristi a livello mondiale). Dopo alcune esperienze vissute tra i due musicisti nei Dregs (Rudess fù ingaggiato come membro part-time nel 1994), le loro affinità musicali si sono unite in un progetto ideato e pubblicato nel 1998, chiamato "Rudess Morgestein Project". Il loro feeling musicale sfocia in quest'album, rendendolo di buona fattura: i brani sono un incrocio di tanti generi, come la musica Ambience, Fusion, Rock, Progressive ecc..., amalgamati con la loro solita perizia tecnica ed emotiva.

A mio avviso, il giudizio di questo disco può essere differenziato in categorie, in quanto la struttura dei brani è (secondo me) abbastanza simile (ciò NON VUOL DIRE UGUALE: ogni canzone è diversa dall' altra e hanno dei particolari unici).

Secondo questo criterio, "Don't Look Down", "Tailspin", "Drop The Puck", "Crossing Over", "Cartoon Parade" e "Over The Edge", presentano più o meno la stessa struttura: hanno tutte dei motivi piuttosto orecchiabili (un pò meno "Over The Edge"), piu o meno complessi, su cui si sviluppano i soli, a cui spesso si aggiungono intermezzi o sezioni intermedie che riconducono al motivo principale. Comunque, i brani sono molto interessanti e ricercati e niente è scontato. Invece, pezzi come "Never Again" e "Masada", costituiscono le ballad del disco: pur essendo giri o melodie semplici, i due brani sono molto emozionanti, dando dimostrazione che Rudess è un musicista con la M maiuscola: saper raggiunger velocità stratosferiche non è tutto, bisogna saper esprimere se stessi ed emozionare (qualità espressa al massimo in album come "Secrets Of The Muse" o "4Nyc"). Ed a mio avviso, è questo lo scopo della musica.

Invece "Sloth""Odd Man Out" li considero brani a parte: le loro strutture sono uniche e non rientrano nello standard elencato prima. Il primo è un brano sorretto dalle strane melodie di Rudess, a cui si aggiungono soli ed effetti di contorno, anche se secondo me, è il brano meno ricercato, ma interessante lo stesso. "Odd Man Out", è l' unico brano sorretto dalle percussioni, di cui Morgestein fà sapiente uso, spesso in controtempo, a cui si aggiunge un leggero Rudess, con dei timbri simili a degli strumenti a percussione, che da un tocco prettamente Fusion al pezzo.

Cosi' facendo i due hanno sfornato un grande disco, che merita di essere ascoltato attentamente, e che già al primo ascolto stupisce per l'immediatezza con cui si pone all'ascoltatore. Immediatezza, non banalità, in quanto risultano abbastanza facili all' ascolto, ma altrettanto complessi dal punto di vista musicale.

Carico i commenti...  con calma