Rufus Wainwright è un trentenne canadese che non ha impiegato molto ad entrare nel mondo della musica; cresciuto infatti in una famiglia di musicisti (il padre è Loudon Wainwright III e vi vedo già lì a dire, e chi sarebbe costui?), è stato illuminato dal pop dopo aver speso l'intera adolescenza chino sul pianoforte a studiare arie d'opera ed i grandi compositori del passato.

Seduto al piano ed accompagnato da una band che ha il compito di assecondare gli umori, Rufus racconta con buona voce dodici storie di amori e sbadataggini, dando così l'idea di indirizzarsi verso un gradevole mix fra il pop dei Beatles ed un gusto classico per la composizione.
La bellezza delle sue composizioni, non si potrebbero chiamare diversamente, è che ogni canzone di Rufus ne contiene molte di più: il suo songwriting segue percorsi bizzarri e al tempo stesso ammalianti. Così già Greek Song, seconda traccia di questo suo Poses, unisce con voluttà i ritmi della marcetta militare, l'esotismo di un violino indiano e la melodia decadente di un pianoforte a coda, solenne come in un requiem.
Poses è il suo secondo album e risale ormai al 2001, a questo sono seguiti Want One e l'appena pubblicato Want Two, ma a mio parere questo è il suo lavoro migliore, il più bello e accessibile.

La sua musica è così: seduce e al tempo stesso stordisce, con canzoni complicate negli arrangiamenti, eppure capaci di arrivare alle nostre zone più intime. La sua voce è inconfondibile, il suo è un timbro particolare, dolce, potente, spesso quasi un lamento, dopo il primo ascolto è impossibile dimenticarsene.
Ci sono artisti così, capaci con la voce o con le canzoni di arrivare profondamente dentro di noi lasciandoci una sensazione quasi di fastidio per aver violato la nostra intimità. La sua bellezza sta proprio in questo, quando lo ascolti ti senti denudato di ogni maschera esterna e al tempo stesso cullato in un mondo barocco e lontano.

Vi consiglio, per farvi un'idea, l'ascolto della sua cover di Across the Universe dei Beatles, brano anche presente nella colonna sonora di I Am Sam.
Per chi avesse visto The Aviator, sappiate che il giovane pianista del film è proprio lui. Benvenuti a corte...

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