Dopo nove anni di carriera e quattro album uno più bello dell'altro la parabola artistica di Rufus Wainwright subisce un'inaspettata flessione con "Release The Stars"; sarà forse un fisiologico calo di'ispirazione, o forse il passaggio dalla Dreamworks alla Geffen, o qualsiasi altra ragione, ma questo disco, che pure offre momenti che fanno emergere il talento e la genialità del suo autore, risulta nel complesso un lavoro piuttosto disomogeneo e pieno di alti e bassi, con alcuni passaggi che lasciano decisamente perplessi.
Perfetto esempio di questi tentennamenti è l'opener "Do I Disappoint You": tanta elettronica, tante impennate orchestrali che, davanti a una melodia che non riesce proprio a decollare, anziché diventare un prezioso arricchimento del discorso musicale, restano solo dei puri e semplici orpelli a tratti anche fastidiosi, discorso che vale anche per "Slideshow" che, dopo un inizio decisamente bello e lineare, stile "Want One" per intenderci, si incarta in un ritornello iper arrangiato senza capo né coda, oppure per "Tulsa", dove invece è lo stesso Rufus ad andare sopra le righe nel finale, rovinando questa breve composizione altrimenti ottima, mentre episodi come "Not Ready To Love", "Leaving For Paris n°2" e la stessa titletrack, "Release The Stars" hanno il gusto dolciastro del riempitivo/outtake già sentito.
Tutto questo potrebbe far pensare a una completa debacle, ma per fortuna non è così: il Nostro è ancora in grado di scrivere canzoni che regalano emozioni: ad esempio il secondo brano della tracklist, "Going To A Town": l'elettronica e le orchestrazioni si tolgono dalle scatole e rimangono solo un pianoforte, la voce di RW e qualche backing vocals di contorno, il che dà vita a una ballata tanto dolente e amara quanto autentica ed affascinante, oppure episodi più eterei e fiabeschi, che valorizzano al 100% le doti vocali e compositive di questo artista, come le stupende "Tiergarten" e "Nobody's Off The Hook", mentre "Rules And Regulations" e soprattutto "Between My Legs" virano verso sonorità più vivaci e colorate decisamente piacevoli, autentico pop di alta classe così come "Sanssouci", a mio parere l'episodio migliore di tutto l'album, con la sua melodia orecchiabile, fluida e cristallina, da vero e proprio classico.
Visto a posteriori, "Release The Stars" potrebbe diventare un album di transizione verso qualcosa di nuovo, sperando che, se così fosse, il Nostro decida di seguire la traccia di "Going To A Town", "Between My Legs" o "Sanssouci" e non quella di "Do I Disappoint You" o "Slideshow", perché in tal caso il suo percorso artistico prenderebbe una piega decisamente sbagliata. Nell'attesa che un prossimo album sveli questo arcano, io torno ad ascoltarmi "Poses".
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