Lavoro di esordio per questa "Orchestra Rimbombante", nome forse un tantino troppo pomposo per questo gruppo ungherese capitanato dal tastierista e compositore Béla Ella, che si circonda, per l'occasione, di un cospicuo numero di parenti (Beatrix Ella al flauto, Kitti Ella al violoncello, Attila Ella al trombone, Daniel Ella all'oboe, Miklos Ella al violino), di Jusztin Szabò alla batteria, percussioni basso e voce e di un coro. Come riferimenti musicali per questo gruppo possiamo indicare gli Emerson Lake and Palmer ed i connazionali After Crying (ma anche Par Lindh Project o i lavori solistici di Rick Wakeman), con i quali la Rumblin' Orchestra condivide parecchie caratteristiche: una certa magniloquenza negli arrangiamenti, una forte influenza della musica classica nonché l'uso di strumenti non propriamente tipici del rock (ma noi progressivi ci siamo abituati no?).

Dopo una breve intro ci troviamo catapultati nel primo brano, "Spartacus" (il CD è un concept dedicato proprio al gladiatore ribelle), nel quale il dispiegamento di sintetizzatori crea un sound barocco sul quale il cantato corale spande le sue liriche. Nel brano successivo, la bellissima ed interamente strumentale "The Last Day", il sound si fa ancor più ricco e sembra di ascoltare una grande orchestra alle prese con spartiti usciti dritti dritti dalla penna di Rick Wakeman. Il brano non manca tuttavia di spiazzare l'ascoltatore quando all'improvviso irrompono suoni elettronici, con un basso slappato in sottofondo, che fanno da tappeto a improvvisazioni di synth e pianoforte. "Getting Ready" si mantiene nel solco del brano precedente con melodie intrise di riferimenti alla musica classica mentre la successiva, "Victory Or Death" in pieno stile Keith Emerson, rappresenta uno dei pezzi forti del disco. Nei suoi 10 minuti di durata si susseguono e si alternano parti cantate (con buon timbro vocale) a parti strumentali "bombastiche" nelle quali, oltre all'orchestra e alla selva di tastiere, fa capolino anche una chitarra elettrica. Il seguente "The Legions" è un breve strumentale che sembra uscito dalla colonna sonora del film "Il Gladiatore" e fa da introduzione al brano più lungo del lotto, intitolato "Concerto" e diviso in 3 movimenti. Nel primo movimento il virtuosismo tastieristico di Béla Ella trova libero sfogo per quasi 4 minuti mentre nel secondo è l'orchestra a prendere il sopravvento e a creare un'atmosfera malinconica. Il terzo e ultimo movimento del brano vede nuovamente il predominio delle tastiere alle prese con assoli che ricordano da vicino le iper-veloci scale dal sapore neoclassico eseguite alla chitarra da Yngwie Malmsteen e compari. La successiva "Intermezzo" (che con i suoi quasi 10 minuti di durata tanto intermezzo non è...) vede il ritorno del coro che si erge su una struttura musicale ancora una volta pesantemente influenzata dalla musica classica mentre in "Spartacus 2000" torniamo nuovamente verso lidi emersoniani. Chiude il disco, come bonus track, un'interpretazione live di “America” di Bernstein, già a suo tempo eseguita dai The Nice, buona ma che non aggiunge molto a quanto fino ad ora espresso.

In definitiva come giudicare questo disco? Sicuramente si tratta di un'opera che, seppure un po' acerba, piacerà molto agli appassionati di EL&P e del progressive più sinfonico, che trae forte ispirazione dalla musica classica. Forse qua e là si avverte una certa mancanza di personalità ma non dimentichiamoci che in fondo si tratta del disco di esordio di questa band che ha quindi tutto il tempo di crescere e maturare.

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