Le onde che si abbattono violentemente contro il galeone, infrangendosi in un'elegante armonia di potenza e di maestosità. L'odore del mare in tempesta, assaporato durante una feroce battaglia in mare aperto fra due navi pirate. Il rumore dei cannoni che hanno appena aperto il fuoco lasciandosi dietro la devastazione del veliero nemico. Queste sensazioni, e altre ancora, sono sensazioni sicuramente difficili da esprimere sotto forma di musica, ma nella prima metà degli anni 90, la ciurma di Rolf Kasparek, in arte Rock 'N Rolf riuscì perfettamente nell'intento.

Già autori di capolavori dell'HM classico come "Porta Royal" e "Death Or Glory" i Running Wild, a contrario di ciò che successe a molti altri gruppi del loro stesso genere negli anni 90', non accenavano a fermarsi. Quel "fallimento" che in molti si aspettavano di vedere, non era ancora uscito. Autori di veri e propri pilastri dello Speed metal, uno dopo l'altro con un sound sempre più maturo, dal 1988 il gruppo di Rock N' Rolf non sembrava avere assolutamente voglia di togliere il piede dall'acceleratore.

Dopo l'ottimo "Pile Of Skulls" del 1992, due anni più tardi i RW pubblicarono "Black Hand Inn", che se vogliamo é l'apice assoluto di questo gruppo, che non ha mai ricevuto ció che veramente meritava, a mio parere. " Black Hand Inn" é in realtà molto più di un semplice disco, é un concept album che ruota attorno alla figura di un uomo, accusato ingiustamente di aver venduto la sua anima al diavolo, e che sarà poi messo al rogo. L'unica cosa che si salverà da quel rogo, sarà la sua mano nera, e che diventerà il segno del ritorno del fantasma dell'uomo per avere finalmente la sua vendetta.

É sicuramente difficile evidenziare una canzone fiacca all'interno dell'album. Pezzi veloci e potenti come la title-track e "The Privateer" vi faranno alzare sicuramente in piedi, costringendovi a tenere assiduamente il tempo. Ci sono anche pezzi in cui la voce del frontman, non una di quelle voci che verranno ricordate per la loro versalità ma sicuramente in grado di addatarsi in pieno ed emozionare, prende la ribalta, come in "Fight The Fire Of Nate" e "Powder & Iron". Menzione particolare va fatta a " Phantom Of The Black Hand Ill", un ottimo brano che regge su uno dei riff più belli della carriera del combo tedesco. C'é spazio anche per brani con chorus indimenticabili come "Souless", che presenta inoltre un'ottima parte di batteria. " Genesis (The Making And The Fall Of Man) invece, é una delle canzoni più lunghe mai scritte dai RW e presente una parte parlata molto coinvolgente, parecchi cambi di tempo molto interessanti, e nella quale spicca la bravura di Thilo Hermann, all'epoca chitarrista del gruppo.

Se c'é ancora qualcuno che pensa che negli anni 90' il metal classico fosse nel suo punto di più bassa popolarità, beh che si ricreda. La carriera dei RW, sopratutto nella prima metà degli anni 90', vedeva il suo maggior momento di splendore, uno splendore che in parte ha ancora oggi. E se ritenete che questa ciurma di pirati non sia chissà questa gran cosa, beh rispetto la vostra opinione. Ma spero che il fantasma della locanda "Black Hand Inn" venga a farvi una visitina stanotte.

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