Loro sono stati un punto di appoggio sicuro per tutti gli amanti dell'heavy metal più puro, quello che puzza di birra e whiskey. La loro attitudine piratesca e battagliera gli ha garantito un posto saldo all'interno del Valhalla del metal classico, posto rinsaldato da lavori come "Under Jolly Roger", "Port royal", "Death or glory", "Blazon stone", "Black hand inn". La figura simbolo della band teutonica, il capitano che mai ha abbandonato la nave è il vocalist e leader Rolf Kasparek. Fin dalla nascita dei Running Wild, a metà degli anni '70, egli si è posto come il perno dell'intera creazione artistica del gruppo.
All'interno della loro lunga carriera, costellata di ottimi lavori ed altri meno riusciti, "Masquerade" viene da molti considerato come l'album che ha dato inizio al "declino", sebbene i tedeschi abbiano continuato con passione e dedizione il loro lungo cammino musicale. Il 1995 è l'anno di pubblicazione di "Masquerade", il nono lavoro in studio dei Running Wild, che come gli altri (tranne però i primi due), porta avanti la "filosofia corsara" della band che deve parte del suo successo anche alla scelta di circondarsi di quel repertorio di immagini che li ha accostati al mondo delle battaglie marine, alle avventure di pirati e corsari.
E' questa l'atmosfera che si respira nella velocità furiosa della titletrack, primo emblema dello stile della band: nulla che sia lontanamente accostabile a orchestre e sperimentazioni melodiche varie. Il suono delle chitarre di Kasparek e Herrmann, insieme alle pelli di Jorg Michael sovrastano tutto e sono gli elementi congeniali di quello spirito artisticamente battagliero che li contraddistingue da ormai trent'anni. Stesso copione per "Demonized" e "Black soul", ancor più accentuato nelle due splendide "Lions of the sea" e "Rebel at heart" dove i chorus sembrano fuoriuscire da album quali "Port royal" o "Pile of skulls". Due tracce che mostrano il mondo marinaro che ispira la band, quindi che ispira Kasparek, essendo lui il personaggio grazie al quale i Running Wild hanno continuato ad avere vita. Infatti egli ha molte volte cambiato i suoi partners di line up, mentre è rimasto il "leader supremo" della band, tanto che alcuni hanno sottolineato questo fattore e dichirato che i Running Wild possono benissimo essere considerati come un progetto solista di Rock 'n' Rolf.
"Masquerade" è il riflesso perfetto del suo creatore, cioè un compositore di heavy metal che probabilmente aveva esaurito il meglio e procedeva più che per urgenza compositiva per inerzia, mosso principalmente dalla passione, sempre notevole in Kasparek. Infatti, nonostante i buoni episodi citati, questo album non aggiunge nulla di nuovo alla gloriosa band teutonica, vista la seconda parte del cd: potente nei suoni, fiacca nelle idee. Canzoni come "Soleil royal" e "Men in black" sono per i Running Wild soltanto esercizi di stile.
Con "Masquerade" inizia l'ultima parte della strada professionale dei Running Wild, dove i fasti di alcuni lavori precedenti non saranno mai più raggiunti. Questa lenta discesa ha portato Rolf Kasparek a terminare la loro storia con "Rogues en vogue" del 2005, ormai consapevole del logoramento musicale a cui era giunto il monicker del gruppo. Questo ritiro dalla scena è il commiato di un vero musicista: sicuramente non famoso come altri, probabilmente tecnicamente poco dotato ma che sapeva compensare tutto questo con una passione e un'attitudine fuori dal comune. A lui la mia ammirazione.
1. "The Contract - The Crypts Of Hades" (2:19)
2. "Masquerade" (4:20)
3. "Demonized" (4:40)
4. "Black Soul" (5:17)
5. "Lions Of The Sea" (5:48)
6. "Rebel At Heart" (5:44)
7. "Wheel Of Doom" (4:02)
8. "Metalhead" (4:56)
9. "Soleil Royal" (4:45)
10. "Men In Black" (4:35)
11. "Underworld" (6:14)
Carico i commenti... con calma