Anche tu sei caduto nella trappola, anche tu ti sei fatto risucchiare dai gorghi del denaro e della notorietà. Anche tu, Rolf Kasparek, dopo aver deciso di terminare la carriera dei Running Wild sei tornato in gioco. Tre anni fa le tue parole furono queste: "a tutti i veri fan dei Running Wild, dopo trent'anni sento che è venuto il momento di ammainare la bandiera e le vele e affrontare nuove sfide."

Perchè dopo esser uscito di scena con dignità e aver annunciato la "fine", sei tornato sulla nave? E' un po' l'interrogativo che si pongono tutti coloro che oltre ad aver seguito il vecchio "Rock 'n' Rolf" hanno ascoltato l'ultimo "Shadowmaker", il ritorno dopo aver annunciato la fine dell'attività dei Running Wild (da sempre creatura di Kasparek, quasi una "one man band").

Sono tante le motivazioni per cui sarebbe stato più saggio non ascoltare "Shadowmaker" e far finta che i pirati teutonici avessero concluso la carriera con "Masquerade" (l'ultimo degno di nota). Purtroppo però, è la realtà a smentire queste speranze e neanche tutto il bene del mondo verso la band e Rolf, può cancellare la mediocrità assoluta di questo ultimo capitolo.

Che il "pirata" non avesse mai scritto metal "complesso" è risaputo, ma nell'ultimo lavoro in studio, vengono a galla tutte le lacune di stesura che avevano già contrariato negli ultimi cd ("The brotherhood" e "Rogues en vogue" su tutti). Eppure, nonostante le più negative previsioni, mai mi sarei atteso che l'estro di Kasparek toccasse i livelli beceri raggiunti in "Shadowmaker". In quest'ultimo full length non c'è proprio nulla di quello che aveva reso dischi come "Under jolly roger" e "Port royal" esempi di heavy metal "piratesco": i riff e le linee vocali sono le stesse di venti anni fa, così come i soli di chitarra e i chorus (dove sono percepibili). "Shadowmaker" è, a partire dalla copertina, un lavoro insulso, assolutamente privo di idee, di mordente, di una minima parvenza di songwriting decente. Appena accettabili sono le iniziali "Piece of the action" e "Riding on the tide", mentre il resto è un'accozzaglia di hard rock e heavy metal senza capo ne coda, che tocca i suoi due punti più bassi nelle song "Me & the boys" e nella finale "Dracula": la prima è un pezzo che vorrebbe sembrare anthemico ma che si dimostra "infantile" e elaborato su un testo pessimo, mentre la song finale è l'incarnazione attuale dei Running Wild: brano talmente piatto e scarno che anche il chorus (da sempre punto forte di Rolf), non riesce ad emergere e sembra una continuazione della strofa.

In fin dei conti, dopo aver letto del ripensamento di Kasparek, avevo sperato che il pirata tornasse almeno con un lavoro decente. Invece Rock 'n' Rolf questa volta ha toppato alla grande, generando un lavoro che getta pesanti ombre anche su quanto di buono era stato fatto in passato.

1. "Piece Of The Action" (4:36)
2. "Riding On The Tide" (4:25)
3. "I Am Who I Am" (4:52)
4. "Black Shadow" (5:19)
5. "Locomotive" (4:40)
6. "Me & The Boys" (5:03)
7. "Shadowmaker" (4:38)
8. "Sailing Fire" (4:23)
9. "Into The Black" (4:51)
10. "Dracula" (7:25)

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