1978. Altro disco da incorniciare per i tre canadesi del prog. Un altra volta i Rush sfornano un album di chiaro orientamento prog-rock, come già accadde per i superbi "2112" e "A Farewell To Kings". Bastano quattro canzoni (due più lunghe e articolate, le altre due più brevi) e solo 36 minuti ai Rush per regalarci un altro delizioso piatto a base di strutture complesse, melodie accattivanti, effetti sonori da brivido, tecnica effimera ed un'ottima dose di energia.

Il disco conferma chiaramente le sonorità espresse nel precedente "A Farewell To Kings" e sembra fornire una prestazione ulteriormente migliore. Pochi i cambiamenti attuati in quanto a strumentazione e strutture: Geddy Lee conferma di voler sperimentare con i synth ma senza tralasciare i suoi struggenti riff di basso, Peart continua ad utilizzare il suo bell'equipaggiamento di percussioni a far compagnia alla sua batteria, Lifeson si riconferma abile a giocare con la sua chitarra.

Si apre alla grande con la continuazione di quella "Cygnus X-1" con cui li avevamo lasciati l'anno precedente. 18 minuti da ascoltare davvero con tutto il cuore e tutta la convinzione di ciò che i Rush sono. Struttura forse un po' troppo ripetitiva per un brano di tale lunghezza; almeno nei primi 12 minuti il brano sembra non possedere quell'articolazione tipica delle suites, riproponendo melodie piuttosto simili fra loro (senza annoiare, per fortuna!): buoni riff di chitarra, sostituiti da arpeggi in alcuni momenti e qualche nota col synth nonché l'eccellente prestazione vocale di Lee; poi passati i 12 minuti ecco che ci si cala in atmosfere spaziali che se inserite in un film di fantascienza porterebbero al premio Oscar; tutto merito dei sintetizzatori di Geddy Lee (e chissà come mai gli altri recensori dei synth non ne parlano mai quando, invece, già allora erano a tutti gli effetti nell'equipaggiamento della band e contribuivano in buona parte al loro sound); poi il brano riprende la carica quasi istantaneamente dando di nuovo spazio alla grinta di Lifeson per poi concludersi con una piacevole chitarra acustica.

E dopo aver lasciato il buco nero ecco il brano più breve dei quattro, "Circumstances". Lifeson è protagonista con le sue potenti chitarre rimandando più esplicitamente a ritmiche hard rock; ma da inchino è il giro di synth che interviene nella parte centrale. Più malinconica è la n° 3 "The Trees": apre una dolce chitarra classica, poi subito spazio a quelle elettriche e anche qui è da applaudire la parte centrale: lunghi arpeggi di Lifeson, Peart che gioca con le percussioni e Lee che regala un'altra bella melodia con il synth.

E chissà con quale cappello bisogna inchinarsi alla strumentale "La Villa Strangiato" che chiude il disco! Non certo con un cappellino da rapper o con un caschetto da muratore, un bel cilindro forse ci sta! 9 minuti e mezzo all'insegna della tecnica e della fantasia! E se il buongiorno si vede dal mattino... la chitarra classica, con una melodia in stile flamenco apre il brano con un vero tocco d'eleganza, poi un Peart bravo a dettare il ritmo fa compagnia a delicatissimi arpeggi e alla magia dei sintetizzatori prima di sfoderare in un rock energico e ben suonato da tutti: Lifeson dà autentiche lezioni di chitarra, Lee non tradisce ad accompagnare con le note del suo basso magico, Peart dimostra di avere davvero il ritmo nel sangue. Non da trascurare la parte centrale, più lenta, con un Peart in chiave più jazz, ma che dà a Lifeson l'opportunità di sfoderare un altro grande assolo.

E togliamo il cd dal lettore con un po' di amarezza perché vorremmo che non finisse mai, ma con in bocca un certo sapore di vaniglia e nella mente la consapevolezza di aver ascoltato un album di grande musica.

E rispondendo a Mina che ci chiedeva "ma che cos'è questa robina qua?" noi rispondiamo: "È un autentico capolavoro firmato Rush!" cosa dovremmo dire di più? (5 stelline dopo essermi pentito di averne date 4 agli altri)


  • OleEinar
    1 lug 08
    Recensione: Opera:
    Tecnica effimera?
  • NathanAdler77
    1 lug 08
    Recensione: Opera:
    "La Villa Strangiato" e "The Trees" colpiscono nel segno, ma il resto sa un pò troppo di manierismo:
    i Rush han fatto di meglio.
  • Larrok
    1 lug 08
    Recensione: Opera:
    Il fatto che duri 36 minuti giova ad Hemispheres; se fosse durato 70 minuti, magari con motli riempitivi, sarebbe stato una palla mortale, invece così risulta un gradevolissimo ascolto. 4 canzoni di un ottimo prog rock diretto e tradizionalista. Loro sono 3 musicisti con le palle cubiche, non c'è dubbio.
  • Giona
    1 lug 08
    Recensione: Opera:
    Ehm...prestazione.."ulteriormente migliore"? Ma si dice? Sorvolando sulla "tecnica effimera" già sottolineata dal buon Ole... Il disco chiaramente è un capolavoro.
  • g.g.junior
    1 lug 08
    Recensione: Opera:
    a me di questo album piacciono molto i testi, forse un'idea sulle tematiche un pò più approfondita dovevi metterla.
  • Roby86
    1 lug 08
    Recensione: Opera:
    Altro album da 5 stelle da parte dei RUSH! Tutti e quattro i brani sono semplicemente stupendi... in particolare "Cygnus X-1 Book 2" e l'incommensurabile strumentale "La Villa Strangiato" svettano prepotentemente. Grandissima tecnica e grande padronanza degli strumenti da parte del trio canadese (mai fine a se stessa)... Lee, Lifeson e Peart fantastici come sempre!
  • Roby86
    1 lug 08
    Recensione: Opera:
    .
  • TheJargonKing
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Vabbè il problema della "tecnica effimera" è già giustamente saltato fuori: ma cosa volevi dire? A parte questo il disco è una meraviglia. Anche il finale con Mina potevi evitarlo.
  • mj64
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    tecnica effimera (ma ce la puoi spiegare?) e apostrofi a cazzo a parte, la recensione è ben fatta e condivisibile
  • paloz
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Tra "un" e "altra" in tempi antichi si metteva l( )apostrofo.
  • Senmayan
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    a mio parere il migliore dei rush, sintesi del loro prog-hard rock maturo e assolutamente originale.
    Chi ama il rock e la chitarra deve sentire almeno una volta nella sua vita la "villa strangiato", una delle migliori strumentali della storia del rock. Il periodo d'oro dei Rush a mio parere finisce con quest'album, i seguenti avranno al loro interno intuizioni notevoli, ottime composizioni (moving pictures), la solita eleganza, ma non avranno più il genio artistico ed il gusto che risiede nei rush anni 70
  • pixies77
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Disco a cui non sono affezionato, i capolavori dei Rush per me sono altri (2112, Moving pictures e probabilmente anche Permanent waves).
    rece: errori a parte mi è piaciuta la frase sul cappello
  • Runner
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Recensione piacevole - dei Rush mi hanno sempre parlato con entusiasmo, purtroppo i pochi ascolti che ho dato ai loro lavori non mi hanno esaltato molto, e questo per un particolare fattore bloccante: la voce di Geddy Lee mi irrita troppo. E' più forte di me, non riesco proprio ad ascoltarla. Comunque prima o poi mi dedicherò a loro.
  • pixies77
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    @ Runner: conosco un piccolo escamotage per aggirare l'ostacolo Lee: ascoltare i Voivod di Angel Rat e The outer limits, che sono la loro versione hard.
  • Runner
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Grazie mille Pixies, provvederò.
  • pixies77
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    de nada .D
  • Recensione: Opera:
    Track by track dissetante quanto un cocktail di gin, sterco di salamandra, pus di pterodattilo e prezzemolo aromatizzato alla viola montana.
  • mj64
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    caro giudice, sappi però che hai anche un po' rotto i coglioni con questi commenti. la prima volta divertente, la centesima urticante quanto il cocktail da te proposto:)
  • pixies77
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    la cosa migliore di stò sito sò i commenti de Giudicewoodcock quindi mj64 lascia stare.
    più che altro "Track by track dissetante quanto un cocktail di gin, sterco di salamandra, pus di pterodattilo e prezzemolo aromatizzato alla viola montana." solo? ma che te stai a imborghesì?
  • shooting star
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Per fortuna che sei arrivato tu a dirci che i Rush usavano i synth, fosse per gli altri..ah, che mondo crudele!
  • Recensione: Opera:
    mj64, ti regalo una risata, clicca un po' sul mio nick...
  • Opel
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Capolavoro questo "Hemispheres", La Villa Strangiato è un qualcosa di unico, con un Lifeson che dire strepitoso è dir poco.
  • Opel
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
  • g.g.junior
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    domanda particolarmente deficente: credete che Futurama abbia tributato questo album con la puntata con i cervelli volanti?
  • c'è
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    "La Villa Strangiato" è il monumento alla sega tecnica. Però ci sono più riff in questa canzone che in tutta la produzione dei Dream Theater. Un classico
  • Starblazer
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    bravo, ottimo ritorno.
  • HetfieldGod
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    La Villa Strangiato è probabilmente la suite migliore dei Rush!
  • SUPERVAI1986
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    CAPOLAVORO DEL PROG..."LA VILLA STRANGIATO" E' DIVINA
  • Il_Paolo
    2 lug 08
    Recensione: Opera:
    Caposaldo dei Rush di fine anni '70, è debole nelle due canzoni brevi ma eccezionale, come molti hanno già notato nelle due suites ("La Villa Strangiato" su tutto). Quanto al rapporto con Futurama, in un'altra puntata se non erro c'è un esplicito omaggio ai Rush, per cui non è balzana l'idea di un tributo ai cervelli volanti: fermo restando che la suggestiva copertina dell'album credo rimandi a Magritte. Nulla di più sbagliato, comunque, che ritenere che i Rush finiscano negli anni '70: sono eccellenti almeno fino a "Grace Under Pressure" ('84) perdendosi un po' successivamente, anche se sempre con album di ottimo livello!
  • Il_PaoIo
    3 lug 08
    Recensione: Opera:
    Naturalmente il commento di cui sopra è di un mio fake; e non capisco come possa fare un errore così evidentemente pacchiano spacciandosi/mi per un fan di tal gruppo chiamato Rush che credevo fossero parenti dell'altra ben più famosa e meritevole Jennifer. Ma scopro che sono soltanto i cugini "poveri" e sfigati.
  • Michoos What
    3 lug 08
    Recensione: Opera:
    La villa Strangiato è ottima, ma la supersuite incontrastata e incontrastabile è 2112,l'essenza dei Rush,20 minuti di orgasmo.
  • Recensione: Opera:
    Disco maravigghioso, superbo, la recensione un po' meno. Cricca.
  • Runner
    18 ago 08
    Recensione: Opera:
    Ottimo, come i due precedenti (in attesa di ascoltare gli altri). Voto 4,5 anche a questo.
  • Pseudodionigi
    25 ott 16
    Recensione: Opera:
    Dicono che Dostoievski commettesse errori grammaticali e ortografici d'ogni sorta, paliati dalla sua segretaria-correttrice( che ne era innamorata, di lui e dei suoi errori). Premesso che lo scrittore russo non è per me un faro che illumina la notte, vorrei solo pregarvi di non scandalizzarvi dinanzi alla mancanza di un apostrofo o ad una virgola fuori luogo, errorucci di poca importanza che non scalfiscono minimamente il valore di un testo. Se lo stile è immaturo, maturerà; tempo al tempo. Se la sintassi non viene rispettata secondo le regole, ci penseranno gli scrittori di mestiere a render giustizia a cotanto intorto.
    • splinter
      25 ott 16
      Infatti è una recensione di 8 anni fa (ai tempi prestavo meno attenzione agli strafalcioni, ora invece li evito sempre)...

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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