La nuova release dei Russian Circles, uscita per la Sargent House nel 2011, è stata registrata al Phantom Manos Studio di Chicago nell'aprile dello stesso anno, prodotta e mixata, oltre che dai Russian Circles, da Brandon Curtis, membro di Captain Audio e Secret Machines.
Il trio in formazione classica, basso chitarra e batteria, propone un post rock/metal strumentale, dilatato, massiccio, meno incline alla melodia rispetto a "Geneva", la precedente prova discografica. Apre il cd "309" (8.49') dal suono secco, chitarra tagliante che scandisce i quarti, frequenti cambi di dinamica ed un basso dotato di una distorsione debordante, tellurica. L'intro di "Mladek" (7.40') è affidata ad una chitarra effetta con delay, la song si sviluppa in un groove incalzante dal sapore psichedelico per sfociare in un drone finale che si innesta sulla successiva "Schiphol" (6.16'), ipnotica con un arpeggio di cello che si dipana per oltre 3 minuti, sostenuta dalla chitarra in feedback, fino ad una deflagrazione sonora stordente. "Atackla" (7.27') presenta un ossessivo arpeggio di chitarra, un suono di rullante secco e cadenzato in un crescendo claustrofobico, le chitarre si stratificano e qui i Circles si mostrano chiaramente più affini a band come Isis o Neurosis che a certe forme di metal progressive, tipo Pain of Salvation, come alcuni critici hanno indicato. "Bato" (6.17') è rarefatta per poi esplodere con energia, qui il songwriting dei Circles mostra una formula un po' ripetitiva, il trio sembra prediligere una sorta di monoliticità dei brani, perdendo quella varietà ritimica che li aveva ispirati sino ad Empros. La conclusione dell'opera è affidata a "Praise Be Man" (4.34'), che presenta per la prima volta nella produzione dei Circles un cantato, con voci effettate, lontane, in una sorta di litania lisergica di derivazione floydiana.
In sostanza, "Empros" è un lavoro nello stile della band, non particolarmente ispirato, ma d'impatto, con suoni a mio giudizio molto belli, più duro rispetto alle opere precedenti, ma forse proprio in virtù di questa sua asperità, molto interessante e piacevole.
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