Ciao Ry, ho saputo che nella classifica dei migliori chitarristi della rivista Rolling Stones, sei  stato messo all'ottavo (8) posto. Sti gran cazzi.

Mica male per un autodidatta che suona con una vecchia Fender Stratocaster del 60'. E così, per curiosità, mi sono accattato il tuo libro. Cazzarola ho abbandonato la lettura a 20 pagine dalla fine. Se devo dirtela tutta, mi aveva già rotto i coglioni a metà, mi sono fatto violenza per andare avanti, ma poi mi sono arreso.

I racconti sono tutti slegati tra loro anche se i protagonisti hanno sempre qualche relazione con l'ambiente musicale, che tu conoscerai molto bene. Però i dialoghi sono poveri e i sentimenti non emergono mai dai protagonisti.
Ho proseguito nella speranza di trovare un percorso narrativo visivo della zona tra Los Angeles, Santa Monica, Marina del Rey e Venice, che tra l'altro conosco molto bene. Invece ho scoperto solo desolazione. Peccato, perché tutti gli ingredienti erano lì, a tua disposizione.
Hai fatto comparire anche John Lee Hooker che al bar ordina "One bourbon one scotch one beer". Bell'apparizione, che è durata poche pagine. Come è venuto, se ne è andato, inspiegabilmente.

I Magazine musicali, commentavano il tuo libro esaltandolo. Un monumento alle esistenze turbolente dei musicisti. Ma quale monumento. Lascia perdere e continua a suonare che è meglio.

 

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