"Jacksonville City Night" è la seconda uscita annuale per Ryan Adams & The Cardinals dopo lo splendido e vigoroso "Cold Roses" e ci troviamo di fronte ancora ad una volta ad un disco brillante, fuori dal tempo, che sfiora il capolavoro e che ricorda i mitici dischi country degli anni '60, quelli indimenticabili della Mercury e della Smash, cui s'ispira la bellissima e alcolica copertina dove il colore dominante è quello della saggezza del Jack Daniels.
"Jacksonville City Night" è il disco a più alta gradazione alcolica dell'anno, un album veramente inebriante in cui vino, birra e whiskey scorrono tra le 14 tracce, si mischiano cercando di affogare i dolori dei sentimenti, gli amori perduti, le estati finite, i dispiaceri della vita e a volte la vita stessa.
Ryan Adams è sempre stato il cantore dei bar per eccellenza fin dai tempi con i Whiskeytown, ma con questo disco accentra tutte le sue visioni di songwriting nel bancone di un bar e il potere evocativo di questa musica proietta queste immagini, vive, fiammeggianti e disperate nella mente dell'ascoltatore: un jukebox di musica country nell'angolo, gli avventori seduti sugli sgabelli, ognuno di loro con una storia da raccontare e una da nascondere, poi le ragazze che si muovono dolcemente al ritmo di una country ballad, sfatte e deluse mentre aspettano soltanto qualcuno che abbia il coraggio di amarle dopo che se le sono fottute. È un posto dove il tempo si ferma, dove è sempre settembre, dove la pace sta sempre per arrivare ma alla fine non arriva mai. Posso vederle queste persone, le conto, in tutto sono quattordici, sono reali o sono fantasmi della mente del barista? Che importanza ha, il bar è bellissimo solo quando il barista ci sa fare e questo ci sa fare alla grande, lo guardo meglio e lo riconosco, sì è lui, è Ryan Adams, mi chiama e mi offre da bere... è un nuovo cocktail, si chiama "Jacksonville City Night" ed è gustosissimo.
Carico i commenti... con calma