Il genio di Jacksonville
Dopo "Cardinology" del 2009, con la nuova etichetta Pax/Am, ritorna a farsi ascoltare per gli appassionati, Ryan Adams di "Ashes and fire".
Un ritorno si fa per dire, dal momento che nel 2010 il "nostro" pubblica quello che si può definire l'esperimento metal "Orion" e "Cardinals III/IV" (quest'ultima, una raccolta di brani mai pubblicati, registrati nel periodo di "Easy Tiger" e "Cardinology").
Con "Cardinals III/IV", Adams mette, infatti, fine alla collaborazione con la sua band, il cui matrimonio durava già dal 2005, dalla pubblicazione cioè di "Cold Roses".
Con "Ashes and fire" decide invece di distaccarsi completamente dal suo recente passato, cessando quell'affascinante esperienza con i Cardinals ma continuando a stupire il suo pubblico con la scelta di non interrompere quel percorso musicale. Dopo essersi divertito con "Orion", ritorna, infatti, sulla scena rivendicando il suo amore per il country e dimostrando di non dimenticare le sue vecchie amicizie. Stavolta, inoltre, il suo lp si caratterizza per un uso veramente centellinato delle chitarre elettriche, distinguendosi quindi per un country indubbiamente raffinato e facendo presagire un'elevata audience anche dai "non-addetti ai lavori". Piacevole risulta, infatti, l'ascolto del piano, presente in quasi tutti i brani e l'accostamento corale di Nora Jones e Mandy Moore (voce femminile e moglie di Adams) nei brani "Kindness" e "Come Home". Il piano di Nora Jones è poi, come si sa, merce rara nel nostro mercato musicale, tanto da portare Ryan a proseguire quella collaborazione con l'artista, dopo che insieme avevano inciso "Dear John", nell'album "Jacksonville /City Nights" del 2005.
Nel nuovo album, il prolifico Ryan, si limita a pubblicare solo undici tracce non lasciandosi, come di consueto, trasportare da quella sua mania di inserire tanto più materiale possibile all'interno dei suoi cd. L'album appare così stavolta davvero compatto, alla maniera di "Heartbreaker" e "Jacksonville City Nights", ma più vicino alle sonorità country di "Cold Roses". E Ryan dimostra una grande prova di maturità e di continuità al tempo stesso, per un artista come pochi ma che a volte, non stavolta, esagera.
Listen to:
I: Do I Want
II: Ashes and Fire
III: Kindness
For me:
Il mio primo incontro con Ryan è stato in bottega dove mi sono lasciato trascinare da una scorrevole "New York, New York" che mi catapulta nell'universo country rock di Adams. Dall'album "Gold", passo in rassegna tutti i suoi album. "Rock'n Roll", rock americano allo stato puro, "Cold Roses", "Jacksonville City Nights", "Easy Tyger" e "Cardinology", per gli amanti dei Cardinals ed infine "29" per me l'album più intimista di Ryan. Un genio musicale, anche se a volte troppo prolisso.
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