A pochi mesi dall'uscita di Gold, il buon Ryan Adams decideva di far mettere fra gli scaffali dei negozi di musica l'ennesima fatica. E lo faceva con un disco, "Demolition" che racchiudeva scazzi e provini degli ultimi tempi. Vista la premessa, questo doveva essere un disco transitorio e realizzato tanto per tenere buoni i fans. In realtà transitorio lo è stato, ma per niente banale e di circostanza. "Demolition" non è sicuramente il miglior lavoro di Adams perchè le canzoni (essendo delle demo) sembrano slegate e prive di nesso logico fra esse. Ma in verità prese da sole risultano davvero piacevoli e di gran classe. Adams spazia su vari fronti: ritmiche piuttosto "hard" si affacciano in "Nuclear", molti pezzi si ispirano al primo Bob Dylan ("You Will Always Be The Same" e "Cry On Demand"), c'è un nonsocchè di Springsteeniano in "Hallelujah" e di psichedelico in "Jesus (Don't Touch My Baby)". Insomma un lavoro (senza volerlo, scommetto) ben fatto, suonato in maniera eccellente e interpretato ancor meglio. In molti brani la voce di Adams è talmente differente che può sembrare di ascoltare più cantanti diversi. E in "Love Is Hell" il cambiamento sarà ancor più evidente. Nella special edition (introvabile qui in Italia, ho dovuto farmela mandare dalla Germania!) interessantissimo è anche il secondo Cd che conta solo 4 canzoni: ci sono infatti 2 versioni live di "New York, New York" e di "To Be young (Is To Be Sad, Is To Be High)" registrate ad Amsterdam e due brani in studio come la splendida "Blue" e la divertente "Song For Keith", omaggio a Keith Richards.

Per fortuna (o purtroppo) questo giovanotto di (ormai) trent'anni non riesce ad avere in Italia quel successo che gli è riconosciuto in Inghilterra o in Olanda. Forse per il suo essere un pò scorbutico e per il suo "non voler apparire a tutti i costi" in Tv o nei programmi (mediocri direi) di musica. Inoltre ahimè le radio italiane non fanno altro che bombardarci di quel che vuole il mercato e così si mangia sempre la stessa minestra, da anni. Quindi un titolo più azzeccato non poteva sceglierlo il buon Ryan: DEMOLITION!

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