C'è di tutto in Nip/Tuck. Anche quanto di più assurdo e aberrante possa esistere nel genere umano. Nelle 5 serie del telefilm che finora sono andate in onda nel nostro Paese ci è stato presentato di tutto: una nutrita galleria di veri e propri freaks, che coi loro complessi estetici e le loro psicosi e insicurezze, si rivolgono ai due protagonisti,i chirurghi plastici Christian Troy e Sean McNamara, e poi tradimenti, scopate da manuale, intrighi, cinismo (Christian) e ingenuità (Sean).

In Italia si è appena conclusa la quinta stagione, con delle significative novità e la comparsa di nuovi personaggi,a cominciare da Olivia, l'affascinante lesbica che intreccia una liason con Julia, ex-moglie di Sean e a suo tempo amante di Christian (e in questa serie ci sarà anche spazio per un ritorno di fiamma tra i due, con Julia molto incerta sulla propria reale sessualità), e poi Eden, la subdola figlia diciottenne di Olivia, che non esiterà a tramare e cercare di mettere in pratica progetti di morte contro l'(inizialmente) ignara nuova fiamma della madre; poi ancora Kate, attrice insicura e in carne, mangiatrice compulsiva che per alcune puntate avrà una relazione con Sean, sfumata quando questi si invaghirà della già citata stronzetta-ninfetta Eden; e infine la psicopatica Colleen, che si finge impresario delle star del piccolo schermo, ma una volta smascherata si rivelerà una semplice megalomane con uno strano vizio (...) e perseguiterà Sean insistentemente, tanto da assumere un peso determinante nell'economia dell'intera vicenda...

Ora, dopo tali premesse, ci sarà qualcuno, tra quelli che non conoscono il telefilm, che sarà spinto a pensare che si tratti di uno psicodramma dinastico stile-Beautiful, ma non ci siamo. O meglio:potrà essere inteso come un Beautiful, ma un Beautiful bastardo e incattivito, cinico e distruttivo. I personaggi costituiscono una vera e propria allegoria delle più infime bassezze della società odierna: sembra quasi di trovarci di fronte ad una sorta di Inferno dantesco, con i suoi molteplici gironi dei più disparati vizi, tra lussuria, egoismo, sete di successo e macchinazioni diaboliche per ottenerlo.

In conclusione, non si tratta comunque di mettere in scena vizi, malvagità, perversioni e infamità fini a se stessi, quasi fosse per il mero gusto di scandalizzare; al contrario, il telefilm ci presenta dinnanzi senza troppe remore un'articolata e composita satira sociale, e lo fa prendendo le distanze da certe edulcorazioni bigotte: il pericolo sarebbe di rendere in tal modo sterile, improduttiva la protesta contro la degenerazione e il malcostume insiti nella modernità. E Nip/Tuck questa protesta ce la offre in vari punti con la leggiadria e la delicatezza di un pugno nello stomaco.

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