Ma quant'è strano sto gruppo. Con strano non intendo dei Tokio Hotel che fanno cover di Mariano Apicella o qualcosa di simile (anche se sarebbe una cosa meravigliosamente epica), bensì una band con radici internettiane. I Ryashon sono un duo di ragazzi i quali non si sa neanche il cognome: Sean (chitarra, basso e tastiere) e Ryan (batteria). Nati così, dal nulla, cominciano a registrare amatorialmente delle cover (tra cui la popolarissima theme di Mortal Kombat) e un non-album chiamato "The Beginning" (tristemente sconosciuto) per poi arrivare alla genialata: registrano un album tutto loro, tutto amatoriale e senza alcun appoggio da un etichetta discografica random.
E hanno fatto centro!
Si inizia con "The Takedown", che subito cattura l'ascoltatore (in questo caso io) con la sua ritmica pressocché perfetta - con tanto di particina melodica su tastiera - e da un assaggio di come sarà il resto della loro opera. "The Moonforest II" altri non è che il seguito di "The Moonforest" contenuta in "The Beginning" e dimostra molti più tecnicismi rispetto al pezzo precedente, oltre ad una composizione sensibilmente più varia. La seguente The Warrior da l'impressione d'essere il loro pezzo più "ispirato" , ma dopo un po' potrebbe stufare più di un ascoltatore. Dopo la semplicemente epica "This Everlasting Moment" e la un po' anonima title track, raggiungiamo il duo "Betrayer I" (che per quanto semplice sia non cade mai nella ripetività, anche grazie alla sua breve durata) e "Betrayer II" (probabilmente la canzone più dura dell'album) ed in seguito "Conquer", quella che è, per mio modesto parere, la vera perla dell'album. Non solo per la ritmica stupenda, ma anche perché qui il baldo batterista fa una performance con i cosiddetti controcazzi. "The Dawn" anche non raggiungendo i livelli di Conquer segue comunque un ottima strada. "The Deciders" è è sicuramente la più simpatica, anche data l'inaspettata piega elettronica finale. "Proelium Terminus" e "Saga Of A Hero" compongono il binomio finale perfetto, eccellente modo di finire un album così.
Giudizio finale? Il sottoscritto adora quest'album. Registrato in modo eccellente e prodotto anche meglio, con una varietà di sonorità che spazia da uno strano power metal strumentale a ritmiche puramente metalcore, per poi sfociare addirittura nell'ambient e in intermezzi elettronici. Un album vario, con ottime idee sviluppate in modo superbo, un prog forse un po' tamarro ma mai pacchiano e prepotente.
Che dire... dei nerd sbucati dal nulla fanno meglio di Dream Theater e compagnia allegra? Giudicate voi, io ho parlato anche troppo.
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