“Beauty” uno dei capolavori di Ryuichi Sakamoto, un intreccio di diversi stili di impostazione, new wave, nippo-fusione, art-rock, trip-pop, classico in evoluzione, sambe, liriche, influenze etniche, tra Giappone, Africa e America, l’inconfondibile oriente con l’onnipresente occidente.
Si va dai brani elettro–funky alla Prince di “You do me” (Jill Jones), alla dolcissima filastrocca in “Amore” o nell’amalgamazione di Africa e Giappone nel brano “Calling From Tokyo” (Youssou N’ Dour) o di America e Giappone nel brano “We Love You” (Music Mick Jagger e Keith Richards) e direi fantastico anche il brano “Romance” completamente cantato in giapponese.
In questi brani c’è la presenza quasi costante di N’Dour che si intreccia con Sakamoto ad alternanza con Robert Wyatt, Brian Wilson, e Robbie Robertson.
Ryuichi, nasce a Nakano, amico inseparabile di David Sylvian (e si dice tutto) diventa esecutore, compositore, produttore e realizza una miriade di Album, soprattutto importanti soundtracks come “L’ultimo Imperatore” e “Il piccolo Buddha” . Ma i capolavori sono “Heartbeat” che da titolo anche al brano stesso interpretato da uno strabiliante retro "apocalittico" Sylvian e “Beauty” che vuole dimostrare la capacità di poter unire culture e suoni completamente diversi in un’unità fattibile con una tale delicatezza tipica del Giappone e delle loro usanze sacre e indissolubili, racchiuse in un soffio di vento leggero e penetrante, di un bacio soave, che incrocia lo sguardo profondo degli occhi dell’anima, come un fulmine cristallino e frangibile.
In queste voci nipponiche scopri il passato di un popolo in costante riflessione con un pacato spirito vitale di riservatezza, solarità, calma, intelligenza e grande devozione. E’ un Album fantastico, dal costante e persistente profumo di Loto, in un caldissimo tramonto africano e di infinite vaste terre americane e ti sembra di sorvolarle tutte ad una velocità sorprendente. Beauty si chiude con uno straordinario brano, “ hinsagu No Hana” tra intrecci di strumenti giapponesi e percussioni africane, keyboards e violini di orchestre americane, come lo schizzo di una tela di progressiva delicatezza e pathos, otto minuti che ti rapiscono portandoti in un mondo temporaneo, l’equivalente di un sogno pulito e raffinato.
Basta guardare la copertina di questo Album, il corpo nudo e il ritratto in bianco e nero di Ryuichi in una dolce meditazione contemplativa di ciò che ha creato e di ciò che crea l’ascolto, occhi blindati nell'infinito e la semplice ricchezza di una carezza musicale che sfiora la pelle fino a racchiudere nel palmo della tua mano un cuore di porcellana fine pieno di vita.
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