Nel 2002 Sakamoto ha visitato l’Africa dei Masai alla ricerca del luogo d’origine della razza umana. Durante il suo viaggio è stato realizzato un documentario "Africa In The Image Of Ryuichi Sakamoto: "Elephantism" di cui questo disco è la colonna sonora e al tempo stesso il personale tributo che l’artista ha dedicato a Ground Zero.

L’atmosfera è magica, maestosa, ma anche malinconica e nostalgica situata in un luogo dove è possibile fondere le note di un sitar all’imponenza degli elefanti e all’allegria dei bambini. “Elmolo Dance” per esempio è si intonata dai battiti delle mani, dal fischiare scoppiettante d’energia vitale dei ragazzini resi irrequieti dal ritmo, ma l’armonia che li accompagna, in un sottofondo sussurrato, è malinconica e struggente.

E così ancora “Masai Dance”, in cui le voci dei guerrieri sfumano lasciando il posto al suono della notte africana e alle note del piano, fino a “Elephant Dance” dove i suoni evocano gli addii alle cose più belle. La nostalgia di un qualcosa che forse si sarebbe voluto possedere, o vivere, almeno una volta e che una volta incontrato lo si percepisce già finito, impossibile da raggiungere, forse perché noi stessi non possediamo più l’innocenza necessaria per incarnarlo.

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