Stavo spaparanzato bellamente in giardino, a godermi una birra con gli occhi posati su un libro, quando all'improvviso mi ritrovo una giapponese armata di katana e di un cd dal packaging blu. Si tratta di Sachiko M, una tizia che ha fatto dell'avanguardia sonora una ragione di vita, finendo ben presto nella presa per il culo. E mi spavento.

"Sono fottutamente amareggiata" mi dice inclinando le sopracciglia.

Maledizione. Per una volta che posso rilassarmi arriva questa qua a scombussolarmi i piani di un pomeriggio d'ozio.

Le chiedo: "E perché?"
Lei risponde: "Ho scoperto che vuoi recensire il mio ultimo album dandogli solo una stelletta. Sono scandalizzata, vergognati." 
Suona come una minaccia, ma ho la risposta pronta: "Signorina Sachiko, le assicuro che non ho nulla contro di lei: è solo che il suo ultimo album, se me lo consente, è proprio una bella cagata."
Punta la sua katana contro di me: "Però a quegli idioti che piangono per due ore non hai messo il voto, eh! A me sì!"
"Senta... innanzitutto siamo nel 2004 e lei non dovrebbe sapere che ho recensito quell'album lì, perché uscirà tra sei anni. E in più se quel disco non contiene nulla, purtroppo nel suo c'è qualcosa."
"Parli così perché non capisci nulla di avanguardia e ricerca sonora! Se non lo sai, il Giappone è la patria dell'harsh noise e del suono cattivo. Devo fare qualche nome? Masonna, Merzbow, i C.C.C.C., gli Incapacitans..."
"Certo, esatto, tutti i nomi con cui lei non ha nulla da spartire."
"Ora basta" urla abbassando la katana rivolta verso il prato su cui, poco prima appoggiavo i miei piedi fasciati in infradito colorati "Adesso ti obbligherò ad ascoltare tutto il mio disco... così vedremo chi ride per ultimo!"
"Disgraziatamente il suo disco l'ho ascoltato e..."

MI INTERROMPE CON IL SUO SGUARDO GELIDO, MA COMUNQUE INFUOCATO DALL'ODIO: "Ennò! L'hai ascoltato fino ai primi cinque minuti. Poi hai spento! Il mio disco dura un'ora!"
"Ancora con questi dischi inutili di una sola traccia che dura un'ora! Crede che qualcuno l'abbia ascoltato per intero?"
"Certo, i critici musicali d'élite!"
"Signorina Sachiko, ragioni... se la elogiano è solo per darsi un tono. Non conosco gli altri suoi album, ma questo 'Bar' è tremendo..."

Niente da fare. Il dialogo con Sachiko M non funziona: mi obbliga ad ascoltare il disco per intero e soffro. Un'ora e passa di una sola onda sonora: un rumore stridulo ripetuto per un tempo che sembra infinito. L'ideale tortura per deportati. Mi dice che certe cose, nella loro semplicità, possono essere fantastiche. E io le dico che questo è un assassinio, che persino Merzbow trova inascoltabile questa roba pretenziosa, violenta e senza un perché.

E ora sono curioso. Le chiedo: "Ma signorina Sachiko, lei l'ha ascoltato il suo disco per intero?"
"Ovvio che no." mi risponde pavoneggiandosi "Mentre lo suonavo, ho anche usato i tappi per le orecchie! Anzi, per la precisione ho avviato la nota con il mio laptop e poi sono andata a fare shopping."
"Ah, ecco."
"Ma ciò non toglie che tutti gli altri debbano ascoltare questo mio ultimo gesto di grande efficacia artistica."

Va a finire che Sachiko mi punta la lama alla gola, spingendomi a scrivere una recensione entusiasta di questo schifo. Io, però, sono imparziale e mi limito a fare una cronaca di quello che è successo in questo pomeriggio d'ozio rovinato dall'indole intellettuale di braccia rubate ai campi.
Onkyo? Noise? Ma non scherziamo! Si tratta di una rottura di palle e di timpani che non troverà mai spazio neanche nella discografia di quelli che elogiavano Sukora senza conoscerlo.  

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