In the faint horizon
A castle began to take form
Surrounded by icemountains.
The castle of myself.
As I drifted closer I knew I was there,
In my divine dimension
That my visions had shown me for years.
This time my journey was forever,
I knew there was no turning back.
I had found the castle of myself
And I fell asleep far away from the sun.
Album di debutto dei Sacramentum, band svedese le cui origini sono da ricercare in quel di Falköping, "Far Away from the Sun", rientra nell'orbita del "Melodic Black Metal", genere che pur avendo molto in comune con il black metal(come ad esempio i ritmi veloci, l'uso del blast beat, riff aggressivi), se ne differisce per altri aspetti, come la non-presenza di atmosfere cupe e sinistre,tipiche del black, o riff suonati in modo molto "chiaro", senza la distorsione di quest'ultimi.
Inizialmente chiamata col nome di "Tumulus" dal fondatore Nisse Karlén (voce-chitarra) nel 1990, la band vede poco dopo l'entrata di Anders Brolyke come seconda chitarra e prima della loro prima release, ovvero la demo "Sedes Impiorum", avvenuta nel 1992, il nome fu cambiato in Sacramentum. Un nome notevole, molto particolare (non che la particolarità nei nomi delle band metal sia una novità...).
L'album inizia fin da subito senza troppi fronzoli, con la first track "Fog's Kiss", che si manifesta come una forte tempesta, composta da ritmi veloci, blast beat(dell'ottimo Nicklas Rudolfsson) e la voce di Nisse, che sembra provenire, dai livelli più nascosti del castello raffigurato nella cover del graphic designer Kristian Wåhlin. La title track è un mix tra ritmi lenti e veloci, accompagnati da atmosfere che sembrano voler portarci alla scoperta del nostro "castello" (di cui si parla appunto nella track), luogo metaforico, inteso come un punto di arrivo divino, nel quale riposare le nostre stanche membra, lontani dallo stesso Sole, fonte di luce e simbolo di salvezza e speranza per la nostra anima. Perchè qui parliamo di black metal, e no, non ci riferiamo ad un castello soleggiato, con stemmi araldici appesi alle mura, situato magari in un paesaggio delle tipiche ambientazioni fantasy-tolkieniane. Quello di cui parliamo è situato nell'underground dell'oscurità, l'unico baluardo che ci resta dove rifugiarci e aspettare il nostro destino.
Ma se pensavate che tutto fosse già finito, eccovi servita "Blood Shall Be Spilled", dove i ritmi, bene o male, sono quelli che ritroviamo nell'intero arco di ascolto dell'album, ottimamente seguita da "When Night Surrounds Me", dove la varietà di melodie è davvero notevole. È forse però "Cries from a Restless Soul", che meglio rappresenta il genere stesso dell'album, caratterizzata da un testo molto evocativo e da atmosfere che ci accompagnano in un viaggio attraverso una foresta oscura, nella totale solitudine, in un destino che sembra non voler finire, se non alla fine dei nostri giorni.
Le successive "Obsolete Tears", "Beyond all Horizons" e "The Vision and the Voice", sono un ottimo antipasto per l'imminente outro "Darkness Falls for Me", dove oramai l'oscurità è calata alle spalle del nostro viaggio, e nell'accettare (o forse no) tutto ciò, non ci resta che svolgere l'azione più naturale delle nostre vite: dormire e abbandonarci all'abbraccio dell'oscurità..
Pur trattandosi di una band ben conosciuta (considerata tra i pioneri di questo genere), come poi ho potuto constatare, ho avuto modo di conoscere e ascoltare quest'album solo in tempi recenti, durante una delle mie fasi "ascoltiamo un pò di album che non conosco e ampliamo il bagaglio di ascolti". La qualità dell'album, intesa come tecnica, qualità dei testi e delle melodie stesse presenti nelle varie songs (visto che si parla di Melodic, è importante sottolinearlo), penso sia indubbia. Considerando però che è un sottogenere molto particolare, non è certamente un album che, in alcuni casi, potrebbe essere digerito con un unico ascolto (personalmente l'ho ascoltato tre/quattro volte, considerando anche l'ultimo ascolto necessario per questa recensione). Se poi, ci aggiungiamo anche il fatto che, quando si parla di Svezia/Norvegia, le band metal certamente non mancano, allora può sembrare ovvio che questi Sacramentum siano dei perfetti sconosciuti.
Ma tali non sono, per cui dedicate quarantasei minuti della vostra vita, prima che l'oscurità cada, e "dedicatevi" questo fantastico album.
Carico i commenti... con calma