I SACRED REICH da Scottsdale (Arizona), fanno parte di quella schiera di gruppi Thrash che hanno sempre lavorato alle spalle dei grandi nomi del genere ma , non per questo, risultano inferiori, anzi, molte volte hanno superato in attitudine e fedelta' al genere le grandi star.
Di questi gruppi a memoria posso citare: Xentrix, Forbidden, Death Angel, Defiance, Vio-lence, Flotsam and Jetsam, Heathen e appunto i Sacred Reich da me considerati i "padri " dei Pantera.
Nati discograficamente nel 1987 con l'album"IGNORANCE", vedono in PHIL RIND il maggior compositore, bassista e cantante del gruppo, WILEY ARNETT e JASON RAINEY alle chitarre e GREG HALL alla batteria in seguito sostituito da DAVE McCLAIN ora nei MACHINE HEAD.
"The American Way" e' la terza prova di studio dopo il gia' citato debutto e l'EP del 1988 che conteneva le splendide "SURF NICARAGUA" e "ONE NATION" in seguito ripresa dai Soulfly di Max Cavalera nel loro "3" (2002). Quello che contraddistingueva i Sacred Reich dal resto dei gruppi thrash erano le tematiche dei loro testi, fortemente di denuncia sociale (contro il razzismo e l'oppressione politica) e antimilaristiche (da sempre contro il nazismo hitleriano, da qui anche il loro sarcastico nome), che pero' venivano sviluppate con dei testi ironici e dissacranti un po' come le loro stupende copertine fumettistiche.
A livello di sound siamo di fronte ad un Thrash metal ricco di cambi di tempo, stop and go con qualche puntata nell'hardcore come "I DON'T KNOW" e nel crossover tra questi generi come "WHO'S TO BLAME, LOVE… HATE e THE WAY IT IS". I riff di chitarra sono molto ribassati e ricordano quelli che in seguito porteranno alla fama i Pantera di DIMEBAG DARRELL (R.I.P.). Su questi riff vengono costruiti mid-tempo piu' pesanti come "THE AMERICAN WAY" e "CRIMES AGAINST HUMANITY" accompagnati da rallentamenti sabbathiani. A chiudere l'album "31 FLAVORS" una divertente nel testo e nella musica parodia di un brano rap-funk-metal con tanto di fiati che vuole quasi prendersi gioco dei primi Faith No More.
Dopo questo disco ci sara' ancora tempo per due dischi in studio "INDEPENDENT" (1992) e "HEAL" (1996) e un live del 1997 che porra' la parola fine ad un gruppo che non ha ancora ceduto alle lusinghe delle reunion ma di cui personalmente sento un po' la mancanza.
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