Questo è il primo album vero, proprio e completo dei Sadus, che nonostante sia stato pubblicato (dicamo "fatto uscire", perchè proprio pubblico pubblico non è stato reso) nel 1988 come "Illusions" e poi rispuntato dopo due anni con gli stessi tapes, ma col nome "Chemical Exposure", è stato e rimane ancora ampiamente snobbato dai più, cosa meno spiegabile del solito, perchè, a differenza di altri gruppi prog o dei successivi album degli stessi Sadus, questo disco offre una buona dose di Speed Thrash abbastanza grezzo e lineare da non schifare nè i "metallari puri", nè chi ha voglia di sentire qualcosa di interessante e all'epoca, innovativo.

Intendiamoci, niente di speciale, il songwriting resta al limite della banalità e la qualità del suono, a prescindere dalla produzione, rivela una certa immaturità nelle scelte, sono però presenti, in quantità direi ininfluenti, timidi accenni di sperimentazione ritmica, tipici del progressive death metal dei contemporanei Atheist e dei successivi Cynic, che lasciano intendere la via sempre più ricca di contaminazioni fusion e prog in effetti intrapresa dai Sadus.

Come album, in definitiva, non può essere considerato più di tanto: la maggior parte dei pezzi sono al massimo "divertenti da ascoltare" o particolarmente prestanti per l'headbanging, certamente Torture non può non essere considerato un pezzo sacro, direi profetico del thrash metal, ma di sicuro non soddisfa come composizione. Le tre stelle che assegno a questo album vanno quindi: una (la più grossa) a quello che promette (che aveva promesso); una a Steve che non aveva ancora vent'anni ma come si suol dire in linguaggio colto, aveva i protocoglioni; e una al testo di Torture, il più sincero, ingenuo e diretto grido del metal:

We need DTP,
death to posers is what I mean,
Stand tall, never fall
we will rise to kill'em all.

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