Born Too Late. Era Tardi. Troppo Tardi. Ma per tutti noi, devoti da sempre a sabba e tetri rituali, la loro nascita ha significato tanto. Insieme a Candlemass, Trouble e Pentagram nati per formare una corrente diversa, lontana dagli strombazzamenti e dalle pose da superuomo del metal. Più vera e più sentita, si potrebbe obiettare e forse per questo, inizialmente non compresa e capita appieno.
I Saint Vitus. Un pezzo di storia tanto quanto questo loro album. Il Terzo (più l’ uscita di “Walking Dead” un EP dell’ anno prima). Uscito per la SST (Black Flag?) nel lontano 1986. Musicalmente ci troviamo davanti a pezzi abbastanza lunghi che prendevano a piene mani dal blues rock e dall'acid rock dei '70 (come i maestri Black Sabbath e Blue Cheer volevano) e che erano veri e propri inni alla forza dell'oscurità e che esternavano attraverso sensazioni gotico/orrorifiche in musica, le debolezze dell'uomo. H.A.A.G. , Dying Inside, Thirsty And Miserable, la stessa title track sono qui a dimostrarcelo.

Riff lentissimi e oscuri trainati dalla voce da cerimoniere di Scott “Wino” Weinrich e all’improvviso scossi da lugubri incubi sabbathiani resi materia sonora da assoli, allucinati e psicotici, e deliri jammistici a profusione. Lo spirito della vera musica, quella fatta di sudore e passione è raffigurata in questo grande affresco, da rispolverare e amare.
Per ricordare ciò che fù e ciò che ispirò successivamente tutta una generazione di musicisti, ma anche e soprattutto per ascoltare un grande album di doom rock.

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