Rap n'roll.

Così potrei sintetizzare l'ultima fatica di Maurizio Pisciottu, in arte Salmo. 13 potenti traccie da gustare con un buon tequila, e possibilmente in una bella stanza di Casinò, circondato da ragazzette playboy, fattissimi come Hunter S. Thompson.

La novità principale sono gli arrangiamenti, perennemente in bilico tra il vecchio stile di Salmo (Io sono qui, Giuda, L'alba... solo per citare alcuni brani rappresentano un bel passo in avanti nell'elaborazione dei beat da "the island" del 2011) ed un'evoluzione concettuale del sound che mischia sapientemente rock e rap insieme, con l'aiuto d'eccezione del batterista Travis Barker per due brani da capogiro (Il messia,Bentley vs Cadillac). Un sound sì cupo e strettamente "hardcore", ma anche caldo come il deserto del Nevada, rockeggiante come i migliori Presley, Berry e Didley, insomma, molto Old Style, ma riportato ai giorni d'oggi. Testi con un flow eccezionale, magari più "di mestiere" che interessanti ad un qualsivoglia livello concettualistico: perlopiù i concetti vengono alternati con del citazionismo estremo, che non perde mai il ritmo. Abbiamo poi testi più complessi, come Il Messia, che torna sull'argomento chiesa cattolica = teste di c***o, argomento molto amato dal rapper. Vi è infine una traccia di chiusura lunga ben 10 minuti, "peyote". Ideale per un trip in mezzo al deserto, pesantuccia ma godibilissima.

Per concludere, direi proprio che Hellvisback è un bellissimo ritorno sulla scena di Salmo. 13 traccie, nessun riempitivo: un'evoluzione dello stile momentaneamente andata a farsi fottere nel periodo di mezzo (2012-13) ma recuperata in modo ottimale. Non posso fare altro che complimentarmi con Salmo per questa bella sorpresa e sperare che continui su questa (giusta) direzione.

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