Non chiedetemi da quale gretto interstizio del cranioleso (mi) sono rispuntati fuori questi quattro buzzurri lungocriniti, il cui solo ergo unico disco venne dato alle stampe nell'oramai disperso 1990, perchè non ne ho la minima idea.

Effettivamente mi sembra (vagamente) di ricordare che il vinile di questo "Ogni Cane Ha Il Suo Giorno" all'epoca avesse girato con una certa frequenza sull'ottimo Technics SL1200, anche se fisiologicamente dopo qualche compulsivo ascolto frammisto a qualche passaggio radiofonico venne opportunamente accantonato ergo stralciato per sempre dalla mia già di per sé grama esistenza.

Oggi, porcapolpetta, non riesco più a liberarmene! E' in heavy rotation da una settimana e non ce la faccio a scrostarlo dal lettore neppure con Anitra WC (che grazie al suo becco ad uncino all'insù avrebbe dovuto risolvere ogni problema).

Giusto per darvi qualche coordinata: si ispirano ai Procol Harum (Salty Dog), coverizzano Willie Dixon ("Spoonful", mica pizzefichi), si abbeverano alla fonte immarcescibile di Blue Cheer, ZetaZetaTopo e Eisi/Disi, irrorando il tutto con corpose badilate di Lezzeppelin, riattualizzando - si fa per dire - il tutto in chiave hardrocknroll fine eighties.

Ora con queste premesse qualcun_ sosterrà che mi sia, definitivamente, bevuto il cervello: è vero. E mica da oggi.

Putacaso doveste mai cercare questa autentica reliquia obnubilata dallo spazio-tempo si sappia che dentro ci troverete un rovente rough'n'roll misto a torrido hard-blues dove l'incendiario guitar-hero fa letteralmente scintille: basti sentire anche solo "Come Along", brano d'apertura (è sufficiente l'ultimo minuto), per rendervi conto che, si, effettivamente sono definitivamente bollito.

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