Inizio con il dire che il fumetto di Bonvi non è propriamente uno dei preferiti, nonostante gli abbia dato ben più di una volta qualche occhiata. Il tedesco maccheronico degli sgangheratissimi soldati e la dissacrante vena ironica del grande autore emiliano gli vanno, comunque, certamente riconosciuti, tanto che Sturmtruppen è ancora oggi uno dei fumetti più amati e diffusi qui in Italia.
Immaginatevi ora una coppia speciale, sisi, non una qualunque, ma proprio una speciale. Credete che stia parlando di Stan Laurel ed Oliver Hardy? Non ci siamo gente... di Bud Abbott e Lou Costello? Siete fuoristrada, accidenti... magari di Totò e Peppino? Beh, orami ci siamo quasi, almeno sono italiani. Sto ovviamente parlando di Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, inossidabile binomio milanese formatosi nei primissimi anni '60 e che non si è ancora spezzato. A questi due artisti(comici mi sembra troppo riduttivo per definire due satirici, due cantanti, due intrattenitori veri e propri come Cochi e Renato)balza in mente un'idea mica male:- Perché non fare un bel filmetto satirico sulla guerra, magari prendendo pure spunto da Bonvi? Che dici Renato(mettiamo caso che l'idea fosse venuta in mente a Cochi per primo), ci stai?- . La banale genesi del film da me appena partorita non può che essere stata cosi. Più nel dettaglio andiamo ad analizzare i personaggi ed i temi del film.
Cochi e Renato(autori della sceneggiatura e veri e propri mattatori del film)ci propongono una feroce satira grottesca contro l'inutilità della guerra, rifacendosi apertamente al lavoro di Bonvi. E cosi ecco un generale cocainomane, codardo, pagliaccio ed anticomunista (un gigantesco, al di là della stazza media, Cochi Ponzoni), che passa la maggior parte del suo tempo a sniffare e a giocare con un pupazzo non del tutto inanimato con le fattezze del suo nemico mortale Karl Marx, un capitano dichiaratamente e spudoratamente omosessuale che preferisce i soldati con gli occhi azzurri (un grande Teo Teocoli, anche lui perfettamente in sintonia con il resto del cast) ed un plotone di reclute assolutamente e tragicomicamente impreparate, con soldati repressi sessualmente, egoisti, pigri e che passano la maggior parte del loro tempo a drogarsi (grande spazio ha qui Renato Pozzetto, il vero e proprio mattatore del film, dato che è protagonista in una scena su 2 del film, senza dimenticare i suoi due immancabili compagni di avventure Massimo Boldi, che in verità ha me ha sempre ha fatto cagare, e pure qua nel film non si smentisce, e Lino Toffolo, attore veneziano del quale, sinceramente, io non avevo mai sentito parlare molto, ma che in questo film ha parecchio spazio e lo sfrutta egregiamente, secondo me). Da notare che nel film ci sono piccole parti pure per un giovane Umberto Smaila(il terrificante cuoco russo del campo, la cui sbobba è una delle cose più terribili da mangiare)e il caro Fernando "Mariangela Fantozzi" Plinio, qui nel ruolo del terribile chirurgo del campo.
Il film non ha una vera e propria trama; le sgangherate reclute sono preparate alla guerra(si fa per dire), poi si parte per il fronte. Diverse sono le scene memorabili, come il discorso su Cesare della nuova recluta Sigfrido(Io spacco il culo ai passeri) davanti al trio Pozzetto-Boldi e Toffolo ripreso nell'atto di drogarsi, la "terapia d'urto" di Pozzetto con il Professor Nadar, il discorso di Cochi davanti ai soldati prima di partire al fronte (Il nemico che intende solo violentare le vostre mogli... e chi se ne frega! Le vostre sorelle... e chi se ne frega! Le vostre madri! Ma chi se ne frega!Silenzio, merde!), tante altre sono, comunque, le scene da ricordare e che ora non mi vengono in mente. Ma forse la più emblematica di tutte è quella finale, il Milito Ignoto mandato da Dio(che, in realtà, viene rivelato dal Milite stesso essere una donna), portatore del messaggio della fine della guerra, viene ucciso con un'ostia avvelenata da un Papa perfido e militarista. General Ponzoni ha ben dondone di festeggiare, come affermato più volte dal Papa: - La guerra va avanti-.
Le musiche sono di Enzo Jannacci, amico di vecchia data della coppia Cochi-Renato(come Giorgio Gaber, del resto), con l'immancabile motivetto cantato dal duo che ricorre spesso in sottofondo("struppen,struppen, struppen, ohhh e dopo streppen, streppen, streppen, ohhh e dopo scioppen, pissen, culen ohhh...), la qualità del film non è delle migliori, essendo il film piuttosto datato(venne realizzato nel 1976, anni di piombo quelli, il Torino di Radice vinceva giocando con Pulici e Graziani in attacco e battendo gli odiatissimi cuginastri... Bei tempi davvero quelli). Comunque sia, se volete passare un'orettina a fare due riflessioni sulla guerra(non è che si rida proprio tantissimo, eh, il riso che ti può venire venendo il film spesso ti esce dalla bocca solo a cazzotti) questo potrebbe essere un buon film. Il linguaggio non è sempre nei migliori, spessissimo si cade nelle volgarità e molto spesso nelle parolacce. Tuttavia, il film ha molti più pregi che difetti.
Incredibilmente ignorato all'epoca molto probabilmente verrà considerato di nuovo adesso, ora che si sta sviluppando il boom per i film "trash" o quelli definiti cosi tali, anni'70 o '80. Sturmtruppen non può essere considerato una vera e propria pellicola "trash", ma il contenuto fortemente dissacrante e alcune scene lo fanno finire in questa lista. Magari tra qualche anno tutti parleranno di questo film e nessuno si filerà più Totò, tanto per dire, no?
Film geniale, dissacrante, grottesco fino all'inverosimile, surreale all'ennesima potenza, Sturmtruppen è tutto questo ed altro ancora. Certo è sicuramente l'opera della coppia Cochi-Renato più valida, io la consiglio a tutti gli amanti del buon cinema, anche se da quel che so è di difficile reperimento, chissà come mai, e non sono nemmeno tanto sicuro che in TV passi con cosi tanta frequenza. Certo è che vedere un film dove nell'ultima cena il Papa uccide l'angelo mandato da Dio per fare cessare la guerra, beh... per me non ha prezzo.
Grande Renato, grande Cochi, con questo film siete entrati nella storia del cinema italiano.
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