"Andiamo al cinema"; così mi propone la mia amica dopo una giornata al mare. Sono le sette di sera; io che ingurgito luce più che posso sarei reticente. Però data la mia natura di cavaliere acconsento, accettando la sfida di sedili scomodi e cellulari che squillano indifferenti alla proiezione.

Danno "Spiderman 3" e "Mio fratello è figlio unico"; no, Scamarcio, no. Mica mi ha fatto niente ma è sempre serio, tenebroso. Bello è bello, niente da dire. E poi io sono stato un avido lettore dell'uomo ragno nei Lontani Tempi e quindi... perchè no? Il primo non mi era neanche spiaciuto, benchè la lampada xenon del cinema stesse dando gli ultimi e il film era buio buio...

Da ottuagenario qual sono, paraplegico trombante, per me l'Uomo Ragno (anvedi l'Uomo Ragno di Lorenziana memoria) significa tre cose: Steve Ditko, la mia prima e ultima squadretta di calcio (gli Spidermen, erba alta accuscì e sonore bastonate da parte degli avversari, ragazzi con handicap fisici ma intenzionati come tigri a giocare, vincere ed evadere le pene della lungodegenza), i film immondi con Nicholas Hammond dei tardi settanta (cercare per credere; io li rivorrei perchè la loro povertà era affascinante).

Sam Raimi, caro... Arriviamo al cinema 20 minuti prima dell'inizio, a trailers spiegati: Johnny Depp pirata, chiacchere e popcorn. Dietro di noi una sinistra fila di tredicenni pronti a tutto. Mi sta bene: so ragazzi e questo è anche un film per ragazzi (e poi, Happy, ti ricordi le quarte visioni con Godzilla, che casino facevi al cine del dopolavoro, cessi olezzanti piscio stantio, l'immancabile salva di ppetardi e lo sbattere dei sedili davanti al grido Godzillaaaa, con buona pace dell'irato Gobbo?).

Attacca il film, thx a manetta:

CRONACA DI UNA TRAGEDIA: i ragazzetti parlano per tutto il film, facendo un collage tra incongrue apparizioni di Darth Vader, è l'uomosabbia coglione, Kirsten Durst non ha le tette, risate quando Peter Parker e Mary Anne piangono su un ponte (forse in sala di là Scamarcio sta dando gli ultimi al ponte Milvio, ma Scamarcio non sa piangere). Ah, un bestemmione da parte del più piccolo della cricca quando l'Uomo Sabbia appare nella battaglia finale. Un po' rido, poi cominciano a rompere: li minaccio di morte e si zittiscono ma per poco. Poi ricominciano a manetta. Vabbè, tanto sto film me pare NA CAZZATA: sì, sto film è una cazzata. Avrà pure contribuito il sedile scomodo, i bocia dietro di me (ma erano anche simpatici e poi che devono fare se il film è na cazzata?), gli adulti che non notano più la differenza tra una sala cinematografica e l'home video difronte al divano dove puoi interrompere a piacere, cazzeggiare, fare casino, farti due uova mentre Scamarcio attacca lucchetti (non il regista di "Mio fratello è figlio unico"..che destino Scama').

Fattosta che Peter Parker è un po' più cojone che nei fumetti: Tobey McGuire ce la mette tutta a TomHanksizzarlo, colla sua bontà e i vitrei occhi da secchione. In questo film scopre la sua natura cattiva, grazie ad una gingomma simile al blob che si appiccica alla targa del Ciao Piaggio, suo mezzo di locomozione che delude i bocia dietro di me (Ih, ma xè l'omo ragno e va in giro col ciao?). La gingomma aracnica diventa una nuova guaina per Peter e così il fortunato entrerà in contatto con la sua metà oscura. Che si manifesta con l'andar in giro come il Travolta a caccia di sguardi di fighe e a fare il ballerino nel jazz club dove la sua bella (patatona di Kirsten Durst, nun me piace, tette piccole) fatica e canta standards, dopo essere stata cacciata da un musical, scoperta a ragliare.

Sembra la trama di un puntatone di Dawson Creek vero? E infatti sono le parti private ad avere il sopravvento sull'azione; l'agognata azione. Che si fa viva qua e là, dove quel bravuomo dell'uomo sabbia crea tante Jesolo beach in giro per la città, alla caccia di soldi per la sua piccoletta. Lui, che ha fato fuori lo zietto di Peter, vendetta tremenda vendetta...

Ok, lo stavo raccontando tutto; invece dirò perchè NON MI E' PIACIUTO: riconosco a Sam Raimi un tocco che si rivela anche nell'uso della computer graphic. Cioè molto avanzata ma sempre con un nonsoche di reperibilità che fa rimanere fumetto il fumetto. Ma, se nelle storie, Peter Parker è sì un cisposello tutto zia e bontà, lo spessore delle psicologie dei protagonisti viene livellata ad altezza quindicenne. E poi resta il fastidio per tutte le trappolone intimiste, simili al telefilm americagno, con tanto di voce fuori campo, manco fosimo su Scrubs. La sceneggiatura è incasinata a livello Rubik o giocodelloca e si fa una fatica a seguirla, non imputabile alla gazzara dei bocia o ai telefonini. Disagevole, frastornante, con intarsi che mettono a dura prova la saldezza delle pazienze degli spettatori (risate e uffà in sala, rilevo) con il fiolo di Gobelin, uguale a Jeff Buckley, che fa tiraemolla per tutto il racconto. Ovvio che le scene calde sono il top (come l'uomosabbia diventa uomosabbia, Venom) ma i cattivi vengono sfanculati subito per fare posto agli altri del n.4. tanto semba debba intrippare il romanzetto dei puerili amori. Se scherzassero sempre col laffbox sotto a fare da cane da guardia saremmo in "Friends" ma se qui scherzano son scherzi da prete.

Ecco fatto: poi qui ci saranno critici più competenti di me a redarguirmi e sbrinellarmi le coulottes a suon di scapaccioni per quel che ho scritto. Ma son vecchio e davanti a me c'è solo una strada: il sunset boulevard (...un Glenmorange on the rocks, ppplease).

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