Volere o volare i Samel, grazie alla loro mistura apocalittica di Industrial, Dark, Elettronica e basi Black (qui totalmente assenti, anche se se ne carpisce bene l'eco del genere in ogni solco), non dico che abbiano inventato un genere che potrebbe chiamarsi "Elettro-Metal", ma quantomeno, se la definizione esistesse e fosse canonica, di certo annovererebbe tra i suoi fautori proprio questi svizzeri, che dalla propria madrepatria hanno saputo estrapolare il meglio del meglio, pescando dalle esperienze precedenti di Hellhammer/Celtic Frost e Coroner, tanto per citarne due, e poi influenzando band che si sono mosse sulla loro stessa falsariga, come gli Alastis, che poi però, soffocati dallo stesso avanguardismo estremo che li aveva generati e influenzati, non avendo le capacità mostruose dei Samael, sono scomparsi in maniera abbastanza ignominiosa.

Ed "Eternal" è il testimone perfetto del percorso coraggioso e cupo che i sei in questione avevano intrapreso già con "Passage" e che li ha poi portati a pubblicare la summa ed il registro delle loro mire con "Exodus" e "Reign of Light".

A differenza di "Passage" però, questo album si muove su coordinate maggiormente catastrofiche e meno intimistiche, tralasciando per un pò la cattiveria abominevole per lasciarsi coinvolgere nei buchi neri dell'elettronica e dei synth ad ogni costo. E questo si è dimostrato come un'arma a doppio taglio: se da un lato il prodotto finale infatti, è certamente degno di lode riuscendo sempre ad entusiasmare e ad eccitare la fantasia dell'ascoltatore, riuscendo, ancora, a tenerlo incollato allo stereo per tutta la durata del cd, dall'altro stanca un pò, proprio perché, essendo ricercatissimo nella produzione, essendo stato mixato in maniera colossalmente grandiosa e perfetta, toglie ai pezzi molta "atmosfera", riducendoli poi a sembrare niente altro che esperimenti sterili l'uno diverso dall'altro, e questo, per una band come i Samael non è certo un punto a favore.

Non sono un "defender" del cosiddetto "True Metal" ci mancherebbe. Affermo solo che, forse, qualche campionamento di meno, qualche effetto tolto e qualche dose massiccia di pazzia in più avrebbero fatto di "Eternal" l'ennesimo capolavoro a cui si sarebbero elevati osanna interminabili. Certo, le fanzine specializzate e tutti quanti ne hanno carpito l'essenza si sono sciolti comunque la lingua ad impalmarlo come il tentativo "estremo" di portare il Metal su di un altro livello fino a quel momento mai battuto (e ci sarebbe da dire tanto anche su questa affermazione...). Ma io mi chiedo: e se poi, invece, di tentativi estremi se ne volessero certo, ma in dosi tali da non de-naturalizzare l'essenziale passione che anima questo genere di musica? Che cosa cambierebbe?
Tutto e niente. Visto che comunque, anche sotto questo aspetto i Samael sembrano essere prevenuti, vista la incostanza con cui hanno voluto proporre di proposito questo album, senza che se ne avvertisse la sfrontatezza e le forza, ma se ne riuscisse ad intravedere solo l'ombra, mastodontica, che ne discende.

Se fosse così, come io credo in definitiva, allora mi troverei a sbagliare clamorosamente, ma forse non è detto che commetta errore; certamente, purtroppo, devo affermare che due o tre buone canzoni che mi sono piaciute su di un album che ne conta dodici in tutto, non possono farmi dire che questo sia un capolavoro. Semmai una prova buona, ottima in certi frangenti ("Supra Krama", "Together") stupefacente addirittura in "The Cross", mediocre in altri ("Us", "Nautilus and Zeppelin", "Infra Galaxia"), ma certamente non sui livelli di "Passage" dove ogni canzone era un piccolo diamante nero che si incastonava alla perfezione nella struttura granitica ed audace del disco.

Dunque, stavolta non grido al "miracolo" e nemmeno al "capolavoro". Onestamente mi sento di consigliare il cd ai fans affezionati della band svizzera, ma a chi, certamente vorrebbe conoscerli per quello che veramente sono, allora, non posso dire che di procurarsi "Reign of Light" e "Passage" e di iniziare il viaggio nelle profondità dell'universo che i Samael tanto bene sanno esplicare.

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