Brasil Instrumental n. 1

Jazz o musica brasileira?

Sinceramente non sono in grado di rispondere a un tale quesito. Meglio quindi citare qualcuno che di musica se ne intende: Egberto Gismondi.

"...negli anni settanta, Airto Moreira mi invitó ad andare a Los Angeles per arrangiare un suo disco che si intitola "Identity". Accettai l´invito anche perché volevo avvicinarmi al mondo del jazz.

In poco tempo, diventai amico di gente come Gil Evans e Herbie Hancock. Un giorno, Herbie mi invito a suonare a casa sua e mi disse: "questo é il mio garage dove ho uno studio, prendi una chiave, puoi venire quando ne hai voglia, per suonare e studiare". Pensai: ottimo! E cosí un giorno, lui, sempre molto educato, mi chiese: "Che bello trovarti qui, che ne dici se suoniamo il piano insieme?" Suonammo una mezz´oretta senza fermarci. Dopo mi chiese: "e allora, cosa ne dici del mio suonare musica brasiliana?" E io gli risposi: "e tu cosa ne pensi del jazz che ho suonato?" E lui: "ma tu non hai suonato jazz!" E allora risposi: "ma neanche tu hai suonato musica brasiliana!"

Fu allora che scoprí che l´unico brasiliano che realmente suona jazz é Victor Assis Brasil. Il jazz non é fraseggiato, non sono accordi. Se fossero accordi, Tom Jobim non avrebbe fatto bossanova, avrebbe fatto jazz. Insomma, il jazz io non lo so suonare."

E allora forse posso permettermi di dire che il Sambrasa trio suona musica brasileira, che peró a me sembra molto jazz.

"Em Som Maior" esce nel 1965, in piena epoca samba-jazz. Se molti musicisti americani sono stati contagiati dallo swing brasiliano, diventando poi riferimento di questo movimento, mi sembra giusto se non doveroso, guardare anche in direzione contraria e andare a riscoprire quei brasiliani che con grande maestria hanno assorbito dal linguaggio musicale afroamericano quella grande libertá di espressione, quell'energia e vitalitá.

Il Sambrasa trio é un classico pianoforte, batteria e basso, quest'ultimo suonato da Humberto Clayber il cui nome non sará destinato a brillare come i suoi illustri colleghi: Airto Moreira e Hermeto Pascoal. Quest'ultimo, giá in quest'inizio di carriera dimostra una grande padronanza del pianoforte e una creatività che non lo abbandonerà mai durante la sua carriera, anzi lo porterà a dominare una varietá impressionante di strumenti. Hermeto é un personaggio veramente interessante, eclettico, fantasioso e umile, capace di suonare  musica universale partendo dalla cultura locale. E´considerato oggi uno, se non il, piú grande polistrumentista brasiliano.

Airto Moreira scatenato sulle pelli e i piatti, se ne frega delle rigidezza stilistiche e unisce una delicatezza bossanovista con una grinta da rockettaro. Il tutto naturalmente in salsa jazz. E´sicuramente il piú conosciuto dei tre vista la sua brillante carriera negli stati uniti. Rimane tutt´ora uno dei piú importanti percussionisti brasiliani.

Alcune composizioni sono loro, altre sono canzoni rivisitate di quegli anni, fra le quali spicca "Arrastão" di Edu Lobo e Vinicius De Moraes.

Dedicato a tutti gli amanti del jazz... o della musica brasiliana?

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