Con una buona dose di probabilità questa recensione apparirà anomala o per lo meno curiosa. Trattasi in realtà di una riflessione personale, in quanto credente e praticante, sulla vita di Cristo redatta da San Matteo. In ogni Santa Messa viene annunciato il "mistero della fede" ed effettivamente la forza profusa dalla fede religiosa è un mistero che almeno personalmente mi ha avvolto e mi lascia riflettere, alimentando però dei dubbi scaturiti da alcune contraddizioni descritte dal Santo esattore e dai restanti evangelisti. In questo caso, dal momento che la stesura di San Matteo sembra la più dettagliata, ho tentato di analizzare delle incongruenze che inoltrate a sacerdoti in confessione, mi hanno fatto rimediare non altro che interrogativi inevasi.

Erode sarebbe morto quando Gesù aveva poco più di due anni (2-19), il tempo intercorso dalla nascita alla scoperta del raggiro pianificato dai Re Magi (2-16). Ne consegue l'eccidio a Betlemme dei bambini dai due anni in giù e la morte, annunciata in sogno a Giuseppe mentre era in Egitto (2-20) Nonostante ricorra spesso la dicitura evasiva "in quel tempo", è evidente una inesattezza temporale. Erode, morto nel passo (2-12) ebbe notizia della fama di Gesù nel passo (14-1), quindi un Gesù già adulto, battezzato da Giovanni Battista nel passo (3-16), che era già adulto. Inoltre Giovanni Battista fu decapitato per suo ordine (14-10). Grazie a Dio, è il caso di dirlo, ne abbiamo delle testimonianze visive cinematograficamente riprodotte, di cui prediligo quelle di Pasolini e Zeffirelli.

La gente dell'epoca credeva davvero alle predicazioni di Giovanni Battista, (4-4) senza che lo additassero come pazzo od eretico? Gesù stesso raccomandava di guardarsi dai falsi profeti (7-15), non che Giovanni Battista lo fosse ma chiunque poteva rivestire quel ruolo senza poter essere distinto dai veri. Il bigottismo dell'epoca, nonostante non vi fosse ancora quell'uomo che avrebbe dato credito all'esistenza del Regno di Dio con i miracoli, era piuttosto estremo, violento, quasi incrollabile. Per nulla si veniva etichettati indelebilmente come bestemmiatori, come peccatori e quindi cautelativamente dileggiati o peggio, eliminati. Gesù, nonostante diverse minacce riuscì a raccogliere la fiducia di molti increduli grazie alla sua saggezza e ai miracoli che incredibilmente compiva.

Quando John Lennon, nel 1965, attirò le ire dei bigotti e di un improbabile Ku-Klux-Klan, dichiarando: "I Beatles sono più famosi di Gesù Cristo. Gesù era un tipo in gamba (abbastanza riduttivo) ma i suoi discepoli erano ottusi e mediocri", probabilmente, non aveva tutti i torti. All'epoca i miracoli compiuti sarebbero bastati ed avanzati per convertire il mondo intero, ma l'ottusità dei seguaci è bastata per spingerlo al sacrificio sulla croce. I miracoli e la mediocrità sono descritti in diversi passi. La guarigione di un uomo da sempre conosciuto come lebbroso (8-3), la riabilitazione del servo del centurione (8-6), la guarigione dalla febbre della suocera di Pietro (8-14), la tempesta convertita in bonaccia (8-26), la riabilitazione del paralitico (9-6), la donna che soffriva d'emorragie (9-22), la bambina resuscitata (9-24), la guarigione dei ciechi (9-29) la moltiplicazione dei pani e dei pesci per cinquemila persone (14-20) e poi per quattromila (15-38)...

Altrettanto per la mediocrità dei discepoli. Si potrebbe comprendere la gioia del lebbroso o del cieco nell'esternare la guarigione avvenuta, nonostante la raccomandazione di non farne parola con nessuno (8-4), ma gli altri miracoli, alcuni di una certa entità, se possono essere classificati per prodezza, sono stati compiuti davanti alla gente o addirittura di fronte a grandi folle. Perchè Gesù si raccomandava di non diffondere quanto accaduto se poi lo evidenziava agli occhi di migliaia di persone? In effetti era anche al corrente del fatto che la voce si era già ben diffusa in quanto ovunque andava, veniva supplicato dai malati o dai familiari degli stessi che invocavano una guarigione miracolosa. Un miracolo su me stesso, con una buona dose d'egoismo, me lo sarei tenuto ben stretto, anche perché avrei corso il rischio di essere marchiato come pazzo o blasfemo. Per quanto concerne la mediocrità, perché spingere Gesù al sacrificio sulla croce nonostante ciò che aveva fatto? Ma erano davvero ottusi allora quei discepoli che dopo dimostrazioni incredibili, riuscivano a trovare il coraggio infame di rinnegarlo (26-75), di deriderlo, di tradirlo (26-25) e preferirlo per la crocifissione a Barabba (27-20)? Evidentemente la persuasione di un sacerdote valeva più di un miracolo (!) e ne consegue una viva riconoscenza del popolo ottuso pagata da Cristo con la morte atroce sul Golgota!

Non mancano però alcuni elementi che, forse, cadono in contraddizione. Premettendo i passi dove Gesù loda gli operatori di pace (5-9), di fronte ai discepoli raccomanda di guardarsi dal praticare le buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati (6-1) e marchia come ipocriti coloro che fanno l'elemosina davanti alla gente (6-2) o che pregano ritti nelle sinagoghe al solo scopo di attirare le lodi altrui (6-5), vi sono poi delle dimostrazioni che inevitabilmente si scontrano. Gesù stesso, come precedente dimostrato, compiva opere di pace e pregava di fronte a tutti. Non mi azzardo a reputarlo ipocrita (nonostante tutto lo temo) ma la contraddizione c'è. Allora mi chiedo: Gesù è andato contro il suo dire e il suo volere per farsi punire da Dio? Queste contraddizioni sono evidenziate per tenere fede a ciò che era stato già scritto? Se già sapeva di dover predicare, di dover compiere miracoli, di essere rinnegato da Pietro, tradito da Giuda, preferito a Barabba, torturato dai romani e morto in croce per poi risorgere, perché ha temuto di essere stato abbandonato da Dio (27-46)?

Forse un Cristo, come quello rappresentato nell' "Ultima tentazione" di Martin Scorsese, che trova il tempo di tramutare l'acqua in vino per un festeggiamento e addirittura quello di esibirsi in una danza, avrebbe eliminato qualche azione oggi chiamata peccato e a causa nostra, in ogni confessione, lo avremmo offeso di meno, facilitandogli l'indefinibile lavoro di redenzione. Sperando di non subire un processo da una qualunque Inquisizione, (del resto Guccini ha osato di più ma è sempre Guccini) ammettendo le probabilità, mie, di contraddizione, attendo una risposta e che sia fatta la volontà di Dio.

Mistero della fede.

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