Accadono cose per caso che ti portano a fare cose che mai avresti immaginato (neanche con alle spalle anni e anni di esperienze in flash alla Ally Mc Beal e JD di Scrubs).
Cose semplici come iscriversi ad un sito e "conoscere" gente (ma mica parlo di uno squallido sito di incontri! Gente con la passione per la musica, e se mi state leggendo sapete che parlo di voi) e circa un anno dopo ti ritrovi una domenica mattina a disertare "il club dei commentatori d'opera" non per un dopo sbornia, non per sonno arretrato, ma perché accompagni tua madre al concerto di Sandro Giacobbe. Avete letto bene, domenica mattina! Lo stesso Sandro si è dichiarato piacevolmente sorpreso da questo ritorno al matinée. I capelli corti, vistosamente scuri, si abbinavano al giubbotto di pelle (senza scritte) e lo rendevano quasi irriconoscibile, ma la sua voce e le sue celebri canzoni non hanno lasciato spazio a dubbi, era proprio lui!
La piazza per l' "ammito di San Giuseppe" era gremita di gente che si è goduta il proprio idolo (in caso di tradizionali rappresentazioni religiose, non so mai come definire gli spettatori: fan della chiesa o fedeli di Sandro? Troppa confusione...). Tra i vari brani riproposti da Sandro non potevano mancare i successi sanremesi “Signora mia”, “Gli occhi verdi di tua madre”, ''Sarà la nostalgia'' , cantati da tutti uomini e donne indistintamente, in un coro (scusate il gioco di parole) nostalgico. Beh, chi non vive l’esperienza di un suo live perde l’occasione di conoscere la sua storia, o meglio, le sue storie spudoratamente autobiografiche (ma cadevano tutte ai suoi piedi, oh… anvedi!). Da segnalare il suo brano scritto per lo zecchino d’oro “Insieme noi” del 2013. Infine ha ricordato l’impegno con la nazionale cantanti con un medley di brani dei componenti della squadra che hanno fatto la storia della musica italiana (dai Pooh a Pupo, da Antonacci a Ramazzotti, Morandi e tanti altri) eclettico e “divertente” quando “storpia leggermente” il testo di “Mi piaci” di Alex Britti.
La luce del giorno ha impedito l’uso di accendini o i cellulari per fare “atmosfera”, ma poco importava per i fedeli/fans/spettatori/coristi che sicuramente con la mente sono tornati a quegli anni, quando si rivedevano nelle sue storie. A concerto finito restava solo una cosa da fare, e stranamente non era prendere un paio di birre e un paninazzo (cioè per me sarebbe andata più che bene), ma data l’ora la fame ci ha riportati alla realtà: dritti al pranzo della domenica!
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