SxM

L'album in questione esce nel 1994, ottenendo da subito successo nell'ambiente underground dell'hip hop italiano dell'epoca.

Il gruppo è composto da tre signori già noti allora a coloro che si interessavano al genere: Neffa, Deda e Dj Gruff.

I primi due venivano dall'esperienza bolognese dell'Isola Posse All Stars, il terzo da quella milanese dei Radical Stuff, nonché da un disco solista che era riuscito a radunare i principali esponenti della scena nostrana, con particolare attenzione per quella che gravitava attorno a Bologna.

Il disco è rivoluzionario: in un periodo in cui stava iniziando l'inarrestabile declino del fenomeno delle posse, gruppi che andavano dal rap al ragamuffin, non badando molto alla tecnica quanto più al messaggio, strettamente politico e militante, i Sangue Misto riuscirono ad unire denuncia sociale, privandola però da slogan da corteo, e uno stile impeccabile dal punto di vista tecnico, denso di uno slang che sarebbe diventato il dizionario del rap italiano.

SxM viaggia principalmente su atmosfere cupe, di disagio perenne, descrivendo situazioni reali, che i nostri tre vivono giorno per giorno. Dai soldi che mancano, al clima di tensione che in quegli anni si respirava in Italia e in particolare in una città come Bologna, dalla passione per la marijuana (omnipresente), a quella per l'hip hop stesso.

Gruff compone delle basi perfette, apparentemente semplici e scarne, ma in realtà assai elaborate e mirate a creare una precisa atmosfera che si fonde alla perfezione con le rime di Deda e Neffa (nonché dello stesso Gruff).

Dall'inizio alla fine l'album scorre tutto d'un fiato, senza momenti di noia o punti morti. SxM segna contemporaneamente la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra, fondendo gli spiriti di queste assieme. A finire è il periodo posse, a iniziare quello del rap disimpegnato, che sempre più si allontana dalla politica.

Un album da avere e da conoscere a memoria. La storia del rap e probabilmente anche della musica italiana. 

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