Santana è un personaggio unico: a 22 anni è uno degli eroi di Woodstock, grazie alle sue radici latine ha rivoluzionato il Rock inserendo nella sua musica ritmi e suoni allora quasi sconosciuti in questo mondo, ha collaborato con buona parte dei musicisti più influenti del panorama Rock e non degli ultimi 40 anni, e come se non bastasse è diventato anche un'icona pop grazie al pluripremiato "Supernatural" che propio quest'anno festeggia i dieci anni.
"Santana III" è il terzo importante tassello di una discografia inaugurata con i precedenti "Santana" e "Abraxas", la quale avrebbe annoverato l'anno dopo anche "Caravaserai"; certamente una prima parte di carriera col botto. La formula di Santana è sempre la stessa e accattivante miscela: Rock, Blues, Salsa e latinismi vari, Psichedelia, pennellate di Jazz e un letto da Jam dove adagiare tutto. Non è un caso che certe sonorità di Santana si trovino anche nei primissimi Allman Brothers Band, dato che il mitico Bill Grahm era sostenitore di queste sonorità e amico sia del chitarrista di origini messicane e sia dei fratelli Allman. Una ritmica conturbante apre un roccioso Latin Rock dal nome "Batuka", dove un gradissimo Michael Shrieve - già eroe di Woodstock in "Soul Sacrifice" - da dietro le pelli capeggia la tribù ritmica di percussionisti ai quali vanno aggiungendosi in modo sensuale basso, organo e Carlos in tutto il suo sound acidamente colorato. "No One to Depend On" arriva calda e notturna sulla scia di "Batuka". Sono i momenti dove la amalgama sonora di Santana si arricchisce delle sue proverbiali parti cantate le quali ricordano molto quelle dei soneri sudamericani. "Taboo" è una delizia acida ed epica, con il suo inizio caldo e maestoso che lascia spazio poco dopo a dei sussurri psichedelici dove la voce di Gregg Rolie riesce a renderla maggiormente affascinante. Non so, ma questa canzone mi fa sempre pensare ad una notte a Tijuana... Non chiedetemi perchè, sono suggestioni, e poi non sono mai stato a Tijuana!
"Toussaint L'Overture" è una Salsa in piena regola, dove ogni strumento riesce ad esprimere libertà artistica seguendo la ritmica tipica della Salsa, quindi Carlos a go go e colpi di organo di Rolie come se piovesse. "Everybody's Everything" è una delizia di R&B portata ai Caraibi, con i fiati che cavalcano questo R&B, un risultato molto intrigante. Una sensibilità di arrangiamento che solo un ibrido come Santana potrebbe rendere così spiccata. "Guajira" è una magica dal sapore Mambo, sognante e delicata, dove la chitarra di Santana e il piano dal sapore Latin e Jazz di Mario Ochoa lasciano momenti molto... molto latini appunto! La misteriosa "Jungle Strut" ha il marchio di Santana stampato a fuoco fin dalle prime note, cavalcate a cui è impossibile restistere, anche grazie ad uno Shrieve in gran spolvero. "Everything's Coming Our Way" ricorda molto il Rock della West Coast, e Santana doveva passare da quei territori, essendo lui uno della combriccola dell'ovest in un modo o nell'altro.
Finale concesso ad una scatenata versione di "Para Los Rumberos" del Maestro Puente, versione la quale risulta molto più coinvolgente dell'originale secondo me, un finale veramente esplosivo come solo la musica di un vecchio leone come Carlitos sa essere!
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