L’ammirazione, che diverrà col tempo vera e propria venerazione, per l’opera e la persona di John Coltrane, ha lasciato varie tracce nella discografia del chitarrista messicano, come ad esempio:
1) La scelta di riproporre l’immortale “A Love Supreme” in un’abbagliante versione a due chitarre con Mc Laughlin, seguita peraltro dall’incantevole “ Naima” in “Love Devotion and Surrender”.
2) L’omaggio “Trane” contenuto in “Blues for Salvador” che, si dice, sia stato ispirato dallo spirito del grande sassofonista.
3) Infine, last but not least, il tema della title track "Welcome", che riprende e se possibile impreziosisce l’originale coltraniano presente in Keke se Mama del 1965.

Proprio "Welcome", insieme al precedente "Caravanserai", è da considerare l’apice cretivo-espressivo di Santana e della sua Band, la quale si avvale per l’occasione degli apporti vocalistici del nume del soul Leon Thomas e della grande singer brasiliana Floria Plurim. Proprio quest’ultima canta in quella samba capolavoro che è “Yours is the Light”. La song contiene un assolo tra i più lirici e creativi del Santana chitarrista. Un altro vertice è “When I Look Into Your Eyes”, suggestiva bossanova scritta dall’enfant prodige Michael Shrieve. Ma le meraviglie non finiscono qui. E’ nientemeno che Mahavishnu John mac Laughlin a deliziarci con i suoi solo stratosferici in “Flame Sky”, la composizione più lunga dell’album (11 min.) Il dialogo serrato tra la sua chitarra e quella di Carlos, che ricorda gli intrecci lirici di “A Love Supreme”, è emozionalmente da brividi e tecnicamente da manuale.

In quest’album Santana integra a livello sia compositivo che esecutivo gli apporti di numerosi artisti che stavano traghettando il suo sound, in quegli anni (1973) verso un Jazz-Rock aperto ad influssi mistici e suggestioni etniche. In questo senso l’Ouverture di “Going Home” della vedova Coltrane rappresenta uno slancio spirituale dell’anima verso l’assoluto, il dissolversi dell’Io nel Brahman. Dal versante ritmico, invece, si segnalano “Samba de Sausalito” di Chepito Areas e “Mother Africa” in cui il grande maestro cubano Armando Peraza incanta alle Congas. Chiude la già citata "Welcome", il cui andamento lento e sognante, quasi rarefatto, si ricongiunge all’organo estatico di “Going Home”. Alice e John sono ancora accomunati in un’unità artistica che supera la mera morte fisica, veri numi tutelari di quest’inarrivabile opera dello spirito.


  • pacino
    12 nov 05
    Recensione: Opera:
    penso che insieme a Caravanserai questo sia un gran bel pezzo di SantanaHistory!
  • Hal
    13 nov 05
    Recensione: Opera:
    Bellissima la chiusura della recensione, welcome salmacis
  • Grasshopper
    14 nov 05
    Recensione: Opera:
    Perfettamente d'accordo: insieme a "Caravanserai" l'apice creativo della lunghissima carriera di Santana & C. Ritmo, ma anche fantasia e melodia. E poi, quando l'artista di riferimento è John Coltrane è difficile (e sarebbe sacrilego) fare un disco insignificante
  • hjhhjij
    12 apr 11
    Recensione: Opera:
    Alto bellissimo disco. Personalmente gli preferisco un po' "Caravanserai" però anche questo è un lavoro splendido.
  • maurino
    27 mar 15
    Recensione: Opera:
    Miiii........ che nostalgia, il primo LP che ho comprato, primavera 1976. Sempre bello come allora
  • silvietto
    27 apr 18
    Recensione: Opera:
    Ma che storia, questo nostro amato sito che per un capolavoro di tale portata raggiunge con questo sei (6) commenti in oltre 12 anni! Va bene che Santana non sia qui idolatrato e neppure chi scrive lo ami particolarmente, però La Musica non dovrebbe ammettere simpatie ed invece qui abbiamo la prova che così non è! Dopo questo sfogo, concordo con quanto sopra ed anch'io metterei "Caravanserai" un pelino sopra "Welcome", ma non abbastanza da far perdere a quest'ultimo il diritto al massimo punteggio. Ottima recensione, pur trovando il remake di "Welcome" un po' sonnacchioso, ma forse è questo il suo pregio che la rende certamente perfetta come Musica di "background". Aggiungo che nella versione rimasterizzata su CD è presente un decimo brano: l'inedito "Mantra", una fuga un po' ossessiva e quasi all'altezza di quanti lo precedono, di cui è contemporaneo, ed a firma dello stesso Santana, probabilmente un out-take per ragioni di spazio sul vinile.
  • Gotico59
    13 mar 22
    Recensione: Opera:
    Concordo con Silvietto, mi stupisco anch'io per così pochi commenti ad un disco di tale portata. Ritengo Welcome e Caravanserai il vertice artistico di Santana , senza però dimenticare Abraxas e le tante perle distribuiti nella sua vasta discografia. Bella nella sua precisione ed essenzialità la recensione.
    • silvietto
      14 mar 22
      Caro amico, purtroppo Santana come ho scritto, non è di moda su questo sito, ciò non toglie affatto la qualità assoluta di alcune sue opere, godiamocele noi! Un saluto.

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